Pensione con Quota 104: la perdita sull’assegno è notevole, gli svantaggi poco conosciuti

Dal prossimo anno Quota 103 verrà sostituita da Quota 104 ma per i lavoratori potrebbero esserci pesanti perdite.

Dal 2024 entrerà in scena Quota 104, la nuova misura di prepensionamento che prenderà il posto di Quota 103. Tuttavia gli svantaggi supereranno i vantaggi per molti. Vediamo insieme cosa cambierà.

Come funzionerà Quota 104
Dal 2024 entrerà in vigore Quota 104/ Lamiapartitaiva.it

Con la manovra finanziaria 2024 il Governo di Giorgia Meloni ha cancellato, d’un sol colpo, tutte e tre le misure di pensione anticipata che eravamo certi sarebbero state riconfermate. Dunque nel 2024 non ritroveremo né Quota 103, né Ape sociale né Opzione donna. Queste ultime due forme di prepensionamento confluiranno in un Fondo unico di flessibilità che si rivolgerà unicamente a queste categorie:

  • caregiver;
  • disoccupati;
  • disabili con invalidità pari o superiore al 74%;
  • addetti a mansioni gravose.

Costoro, nel 2024, potranno andare in pensione a 63 anni con almeno 36 anni di contributi se uomini o con almeno 35 se donne. Tutti gli altri, invece, per “sfuggire” alle legge Fornero potranno contare unicamente su Quota 104 con cui però gli svantaggi potrebbero essere superiori ai vantaggi in certi casi.

Quota 104: ecco come funzionerà

Addio Quota 103! Dal 2024 entrerà in scena Quota 104, non troppo dissimile dalla misura precedente. Vediamo come funzionerà e in quali casi non sarà vantaggiosa.

Quota 104 vantaggi e svantaggi
Quota 104 non sarà vantaggiosa per tutti/ Lamiapartitaiva.it

Con Quota 103 è possibile andare in pensione a 62 anni se gli anni di contributi sono almeno 41. C’è però un grosso limite: fino al raggiungimento dell’età per ricevere la pensione di vecchiaia- cioè fino a 67 anni- l’assegno previdenziale non può mai superare il quintuplo dell’importo del trattamento minimo dell’Inps che cambia ogni anno in base alla rivalutazione.

Quota 104 non avrà quest’ultima clausola e non ci saranno limiti all’importo della pensione. Tuttavia l’età pensionabile si alzerà di un anno passando da 62 anni a 63 mentre il requisito contributivo minimo resterà di 41 anni. Tutto sommato, considerato che l’importo della pensione dipende non solo dai contributi versati ma anche dall’età in cui si esce dal lavoro,  Quota 104 sarà più vantaggiosa di Quota 103: lavorando un anno in più, una persona avrà una pensione un po’ più alta.

Gli svantaggi saranno per chi, invece, accetterà il cosiddetto bonus Maroni: coloro che, pur avendo i requisiti per accedere alla pensione con Quota 104, decideranno di restare al lavoro fino a 67 anni. Costoro ogni mese in busta paga riceveranno il 9,19% in più: percentuale che corrisponde alla quota di contributi che un lavoratore versa ogni mese all’Inps. Il problema è che questo 9,19% di contributi non verranno versati da nessuno.

Di conseguenza, una volta raggiunti i 67 anni, un soggetto avrà una pensione più bassa di quella che gli sarebbe spettata. Ma non solo: quel 9,19% in più versato ogni mese in busta paga, andrà ad aumentare l’imponibile Irpef. Di conseguenza una persona dovrà pagare un’imposta sul reddito più alta. Possiamo concludere che accettare il bonus Maroni e restare al lavoro, comporterà più svantaggi che vantaggi.

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