In teoria, è possibile andare in pensione già a 57 anni: tutte le strategie per sfruttare il canale di uscita privilegiato.
L’Italia è uno di quei Paesi dove si ha la spiacevole impressione di dover lavorare ad oltranza. E in effetti non c’è mai vera sicurezza sull’età del pensionamento, dato che nel discorso previdenziale pesano i contributi, il cui conteggio è spesso un’operazione complicata. E anche deludente, soprattutto poiché rivela in molti casi l’assenza di requisiti per poter maturare la pensione.
Esistono tuttavia alcuni canali di uscita privilegiati che possono permettere al lavoratore di andare in pensione prima del previsto: anche a 57 anni. Va da sé che tali opzioni siano selettive. Senza requisiti base, è inutile anche sperarci. Inoltre è doveroso ricordare che ogni pensione anticipata si traduce di una riduzione del valore finale dell’assegno pensionistico.
Andare in pensione a 57 anni può convenire soprattutto a chi ha adottato soluzioni di integrazione previdenziale (assicurazioni, fondi indipendenti) o può ottenere tramite la liquidazione un buon gruzzolo che dà più sicurezza economica di base. Ogni tipo di pensione anticipata è da considerarsi comunque una scelta onerosa: lo Stato offre ad alcuni lavoratori di lasciare prima il lavoro ma solo a fronte di un costo economico, e quindi di un assegno inferiore rispetto a quello dell’ordinaria pensione di vecchiaia.
La pensione di vecchiaia si ottiene quando si raggiunge l’età pensionabile. Cioè 65 anni per gli uomini e 60 per le donne, con il requisito ineludibile di contributi minimi di 20 anni. Per andare in pensione a 57 anni bisogna innanzitutto rispecchiare alcuni requisiti fondamentali, in genere riservati solo a una piccola minoranza di lavoratori considerati fragili. Ad esempio, rientrare nella categoria dei lavoratori invalidi.
Per rientrare in questa casistica bisogna avere una invalidità accertata non inferiore all’80% e bisogna anche essere lavoratori del settore privato. Non è dunque possibile sfruttare il canale di uscita se si è autonomi o impiegati nel settore pubblico. Oltre all’invalidità all’80%, bisogna avere almeno 20 anni di contributi e bisogna essere donne.
Le donne invalide possono infatti lasciare il lavoro e accedere alla pensione all’età di 56 anni, mentre per gli uomini il limite anagrafico cambia. Per i maschi l’accesso arriva solo a 61 anni, età cui si sommano 12 mesi di decorrenza della pensione.
Pensione anticipata a 57 anni, i veri requisiti
Si può ottenere la pensione ordinaria a 57 anni anche se si è lavoratori precoci. Si tratta di una delle opzioni connesse alla quota 41, che consente il pensionamento con 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne. Per gli uomini i requisiti sono di 42 anni e 10 mesi di contributi. Il presupposto è che si sia cominciato a lavorare presto. Molto presto: a 15 anni di età. E che si siano versati i contributi in maniera continuativa.
Anche i caregiver, i disoccupati e le persone impegnate in lavori gravosi e usuranti sono fra le categorie che accedono a quota 41, cioè al pensionamento con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età. La condizione, in questo caso, è di avere 12 mesi di contributi versati prima dei 19 anni.
L’altra opzione rimanda al Fondo Pensione Casalinghe, che permette di andare in pensione a 57 anni anche in assenza di contributi da lavoro. Il requisito per ottenere il pensionamento è di avere un’età inferiore ai 65 anni e aver contribuito al fondo per almeno 5 anni. Bisogna pure non avere rapporti di lavoro dipendente o autonomo soggetti a contribuzione obbligatoria.