Importanti novità arrivano dal fronte Agenzia delle entrate. Il tema è la condizione del regime forfettario: ecco la nuova circolare.
Milioni di lavoratori attendono quelle che sono le nuove o potenziali direttive, in ogni caso, in merito alla gestione del regime forfettario, che sempre più interessa i liberi professionisti o lavoratori autonomi in ogni ambito. I motivi sono semplici, tutti dettati da una serie di agevolazioni legate a reddito e modalità stesse di lavoro.
Le ultime novità che hanno riguardato la fiscalità e in generale l’ambito inerente a tutto ciò che è controllato dall’Agenzia delle entrate ha in ogni caso smosso la riflessione in merito a tante altre situazioni. Il momento, sotto questo punto di vista, è molto più delicato e si attendono specifiche mosse e conferme in merito a particolari situazioni rimaste in qualche modo in sospeso.
Partite IVA in regime forfettario: le ultime novità dall’Agenzia delle entrate
La circolare numero 32/E rilasciata lo scorso 5 dicembre ha sancito una specifica posizione da parte dell’Agenzia delle entrate, in merito alla fuoriuscita con anno in corso dal regime forfettario, in caso di superamento del tetto dei 100mila euro di ricavi e compensi. La disposizione chiarisce è possibile recuperare l’Iva non detratta, rispettando le norme del regime forfettarie in merito a eventuali giacenze in magazzino ed eventuali canoni di leasing e beni strumentali transitando tra i due regimi.
Lo stesso documento ha chiarito un altro specifico punto. Ai fini del superamento eventuale del limite di 100mila euro, si va a integrare la relativa fattura, con nota di variazione in aumento. Secondo la Legge di Bilancio 2023, il regime forfettario, prevede una soglia non superiore a 85mila euro. Con la relativa circolare, quindi l’Agenzia delle entrate chiarisce un elemento abbastanza rilevante, che riguarda numerose posizioni.
Tale specifico regime fiscale è adottato, tra l’altro, considerate le particolari norme anche da contribuenti che già per l’anno 2022 hanno dichiarato ricavi o compensi superiori a 65mila euro ma in ogni caso inferiori a 85mila euro. Una serie di importanti note che tengono aggiornati nel migliore dei moti milioni e milioni di partite Iva che in un modo o nell’altro rappresentano una buona parte del comparto di lavoratori italiani.
A questo punto, si spera, tra l’altro in una vera e propria riforma fiscale da parte del Governo, considerate le difficoltà di molti. In questo ambito, però, la strada davanti all’esecutivo, sembra davvero essere tanto lunga. I contribuenti, in ogni caso, continuano a sperare.