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Economia

Partite Iva, il concordato preventivo biennale cambia la gestione fiscale: come funzionerà

Published by
Chiara Cacioppo

Ci sono delle novità in merito alla tassazione: il concordato preventivo biennale per le partite iva e le piccole-medie imprese.

Il concordato preventivo biennale è una grande novità di rilevanza per le partite IVA in Italia. Che offre una nuova prospettiva nella gestione fiscale per imprenditori e autonomi.

Un accordo preventivo per ridurre il carico fiscale per due anni – Lamiapartitaiva.it

È stato approvato di recente dal Consiglio dei ministri, questo meccanismo introduce cambiamenti significativi nell’approccio alle tasse per milioni di contribuenti. Il concordato preventivo biennale è un accordo innovativo con l’amministrazione finanziaria che stabilizza il carico fiscale per un periodo di due anni. Questo permette ai contribuenti di sapere in anticipo l’importo delle tasse che andranno a versare, fornendo una maggiore certezza finanziaria e facilitando la pianificazione dei pagamenti.

Questa è la recente apertura del concordato a tutte le partite IVA. Che non considera il loro punteggio di affidabilità fiscale. È infatti un cambiamento significativo nelle politiche fiscali, in questo modo, si rende il sistema tributario più semplice ed equo.

Come funziona il concordato preventivo biennale

La manovra ha un significativo impatto sul sistema fiscale. Il concordato preventivo biennale coinvolge circa 4 milioni di partite IVA, includendo sia i professionisti che sono sottoposti agli indici sintetici di affidabilità che i forfettari. Questo strumento si presenta come una vera innovazione, è fondamentale in un contesto economico in continua evoluzione come quello italiano.

Esiste la possibilità di concordare il pagamento delle tasse, sulla base di una proposta formulata dal Fisco. Tale processo crea una nuova dinamica nel rapporto tra amministrazione finanziaria e contribuenti. L’obiettivo è creare un sistema più collaborativo e trasparente.

Pagare le tasse secondo le nuove regole – Lamiapartitaiva.it

Ci si chiede fino a quando si può usufruire del concordato preventivo biennale. Un aspetto importante è l’allargamento della platea dei beneficiari. Inizialmente era limitato ai soggetti con un voto di affidabilità fiscale di almeno 8. Con le ultime modifiche, il concordato è ora accessibile a un numero maggiore di contribuenti, con un indice di affidabilità inferiore a 8. La manovra offre più opportunità di conformità fiscale. Inoltre, sono chiariti i termini per aderire al concordato, che sono stati estesi fino al 15 ottobre, in questo modo si fornisce ai contribuenti più tempo per valutare l’opzione.

Nonostante le intenzioni sono positive, il concordato preventivo biennale suscita dubbi e critiche. Con alcune voci che lo considerano una possibile “legittimazione dell’evasione fiscale“. Il governo però difende lo strumento, sottolinea l’obiettivo di combattere l’evasione e incrementare il gettito fiscale per sostenere le fasi successive della riforma fiscale e ridurre le aliquote dell’IRPEF.

Il decreto legislativo introduce delle importanti novità nell’accertamento fiscale. Con l’obbligo di un contraddittorio con il contribuente prima di emettere un atto di accertamento. Questo cambio di procedura vuole incrementare la trasparenza e ridurre le controversie. Inoltre, i termini di controllo sono ampliati da 5 a 8 anni, affrontando le anomalie riscontrate nell’utilizzo dei crediti di imposta, come nel caso del Superbonus.

Solo chi deve al fisco meno di 5mila euro può unirsi al concordato. Se l’Agenzia delle Entrate scopre chi ha dimenticato di dichiarare più del 30% dei propri guadagni, potrebbe dover annullare la proposta. Si può abbandonare il concordato se le proprie entrate subiscono una forte diminuzione, almeno del 60%.

Chiara Cacioppo

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