Novità importanti per quanto riguarda le Partite IVA e Fisco: in questo modo ci si salva dai controlli, ecco i dettagli
Sono milioni gli italiani che hanno una Partita IVA e svolgono un lavoro da libero professionista. Questo vuol dire che queste persone non hanno un capo ma sono i capi di loro stessi: decidono quando lavorare, come lavorare ma, ovviamente, devono anche pagare le tasse sulla loro attività e versare da soli i propri contributi.
È stata approvata in Consiglio dei Ministri la versione finale di una novità principali della riforma fiscale: il concordato preventivo biennale (Cpb) tra Partite IVA e Agenzia delle Entrate. Si tratta di un accordo in base al quale i controlli su Soggetti ISA e Forfettari vengono bloccati per due anni, in virtù di un monitoraggio anticipato. Vediamo i dettagli.
Partite IVA: stop ai controlli fiscali se si accetta un concordato
Con l’approvazione del concordato preventivo biennale il contribuente può aderire alla proposta del Fisco su base volontaria e, se lo fa, tutto quel che guadagna in più nel secondo anno fiscale non viene tassato, rimanendo quindi esente da imposizione. Inoltre il contribuente potrà accedere al concordato anche senza tenere conto del voto di affidabilità fiscale (ISA).
Attraverso il Cpb il Fisco usa i dati a disposizione sull’attività delle piccole imprese per formulare una proposta impositiva ad hoc, stimandone il reddito e una base imponibile da tassare. Attraverso l’aiuto dell’Intelligenza Artificiale le informazioni reddituali per calcolare la proposta saranno desunte anche dalle fatture elettroniche e dagli scontrini telematici.
Il contribuente avrà quindi la possibilità di accettare la base imponibile presuntiva formulata dall’Agenzia delle Entrate ai fini delle imposte sui redditi e IRAP. Con il blocco per un biennio si versa il medesimo importo di tasse anche con variazioni del reddito, sebbene l’IVA venga versata tenendo conto delle operazioni realmente effettuate.
Nel caso in cui il contribuente proprietario di Partita IVA rifiuta il concordato, allora potrebbe incappare in controlli da parte del Fisco. Accettando la proposta, di contro, nel biennio in cui è stato attivato il concordato la base imponibile non potrà essere modificata rispetto a quanto pattuito ed in ogni caso non scattano controlli. Restano invece gli ordinari obblighi contabili e dichiarativi: libro giornale, inventari e cespiti, dichiarazione dei redditi e IRAP, ecc.
Possono accedere al concordato le imprese individuali, soggetti IRES, società personali (con tassazione in capo ai soci) e forfetari purché non abbiano iniziato la propria attività nel periodo d’imposta precedente a quello della proposta. Il contribuente può aderire entro il 30 giugno dell’anno di presentazione della dichiarazione dei redditi.