Non sarà più necessaria la Certificazione Unica dal prossimo anno per le partite IVA con regime forfettario. Cosa cambierà per i lavoratori?
La Legge di Bilancio 2024 contiene previsioni anche relative alla modalità di dichiarazione dei redditi delle partite IVA e, in particolare, di quelle a regime forfettario.
Dal prossimo 1° gennaio, non sarà più obbligatorio l’invio, da parte dei sostituti d’imposta della Certificazione Unica.
Quest’ultima costituisce un importante documento ai fini della compilazione del Modello 730 o del Modello Redditi per le Persone Fisiche.
Tutti i contribuenti interessati possono consultarla e scaricarla dal sito web ufficiale dell’Agenzia delle Entrate, presso il quale sono a disposizione anche le Certificazioni relative agli anni precedenti.
L’accesso alla piattaforma è molto semplice e basta seguire dei semplici passaggi.
Dopo il collegamento al sito nella propria Area riservata, attraverso le credenziali digitali SPID, CIE o CNS, è sufficiente cliccare sui servizi a cui si è interessati, andando sulla sezione “Consultazioni e ricerca” e, poi, su “Cassetto fiscale personale“.
A questo punto, bisogna cliccare su “Dichiarazioni fiscali“, selezionare “Certificazione unica” e aprire il documento di cui si necessita, tra tutti quelli a disposizione della piattaforma. È possibile consultare le Certificazioni degli ultimi quattro anni.
Per chi, invece, volesse accedere alla Certificazione Unica INPS, è necessario cliccare sul servizio “Certificazione unica 2023 (Cittadino)“, presente sul sito dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale.
È disponibile anche un’app, che permette di usufruire del servizio “Certificazione Unica“.
Mai più Certificazione Unica: quali vantaggi prevede la Legge di Bilancio 2024?
L’ultima Manovra finanziaria ha apportato delle modifiche all’art. 4 del DPR 322/1998, stabilendo che, a partire dal periodo d’imposta 2024, verrà eliminato l’obbligo di trasmissione e di consegna della Certificazione Unica ai lavoratori con partita IVA in regime forfettario o dei minimi.
Allo stesso tempo, tutti i lavoratori dovranno emettere necessariamente fatturazione elettronica, anche le partite IVA in regime forfettario con ricavi o compensi inferiori a 25 mila euro.
Le informazioni sulle somme guadagnate, dunque, potranno essere consultate direttamente all’interno degli archivi fiscali dell’Agenzia delle Entrate, che recepirà tutte le fatture elettroniche attraverso il Sistema di Interscambio delle operazioni compiute dal 1° gennaio 2024.
L’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica per tutte le partite IVA, senza distinzioni o esoneri è, per il Governo, un passo fondamentale per consentire al Fisco di avere a disposizione tutti i dati e accelerare il processo di digitalizzazione delle dichiarazioni e i controlli fiscali.
Questo avrà delle conseguenze anche sul calendario fiscale; verranno, infatti, equiparate le scadenze per la Dichiarazione dei redditi delle persone fisiche e giuridiche e dell’IRAP e semplificati i procedimenti per la loro compilazione.