Attenzione alle modalità operative per la richiesta di Opzione Donna, si parte da febbraio: ma cosa bisogna fare?
Opzione Donna rappresenta certamente, per molte lavoratrici, una possibilità di uscita anticipata dal lavoro beneficiando della pensione con un numero di contributi versati inferiore a quello previsto per il trattamento pensionistico classico.
La procedura Inps per l’invio della domanda di accesso a questa misura, destinata alle lavoratrici dipendenti ed autonome del settore pubblico e privato, è aperta dall’inizio del mese di febbraio; ed è pertanto bene conoscere nel dettaglio non solo le sue caratteristiche ma anche la procedura operativa per poter effettuare la domanda.
Opzione Donna, come richiederlo e quali documenti presentare
Anzitutto iniziamo col dire che i due requisiti principali per poter accedere ad Opzione Donna sono i contributi versati, a copertura di 35 anni, e l’età pari a 61 anni (con la possibilità di ridurla, in alcuni casi, a 60 e 59 anni). Le indicazioni tecniche e procedurali sono state invece fornite dall’Inps con un messaggio pubblicato proprio ad inizio febbraio, spiegando che la procedura per la richiesta è disponibile online in modalità semplificata.
Sono diversi i canali mediante i quali trasmetterla a cominciare dall’area riservata del sito Inps mediante le coordinate di accesso SPID, CNS o CIE. Ma si può procedere anche telefonicamente mediante il contact center di Inps al numero gratuito 803164 da rete fissa oppure, da mobile, allo 06164164. Ancora ci si può rivolgere agli Enti di Patronato che si occuperanno di predisporre la domanda e presentarla telematicamente.
Via web occorre seguire il seguente percorso: “Pensione Anticipata opzione donna legge di bilancio 2023/2024” selezionando Anzianità/Anticipata/Vecchiaia, poi a seguire Pensione di anzianità/anticipata, ed infine premendo su Opzione donna legge di bilancio 2023/2024. A questo punto si potrà scegliere la tipologia di lavoratrice, dalla disoccupata alla caregiver che assiste persone con handicap, fino alle lavoratrici con riconoscimento di invalidità civile in percentuale non inferiore al 74%.
Insomma le categorie che hanno accesso a Opzione Donna. I documenti da allegare saranno dunque differenti a seconda della categoria e dovranno dimostrare il possesso dei requisiti. Si va dalla documentazione legata allo status di lavoratrice con riduzione della capacità professionale a quella di caregiver, oppure alle carte legate al licenziamento o all’attività lavorativa in azienda in crisi.
Tra i requisiti è richiesta l’assistenza del coniuge, della parte dell’unione civile o di un parente di primo grado da almeno sei mesi. Nel caso di parente di secondo grado convivente è richiesto che i genitori, il coniuge o l’unito civilmente abbia almeno 70 anni di età, sia affetto da patologie invalidanti o risulti deceduto. La riduzione della capacità lavorativa deve essere legata ad almeno il 74% di invalidità civile. Oppure nel caso di lavoratrici dipendenti o licenziate, per l’impresa di riferimento deve essere attivo dal 1° gennaio 2024 un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale.