La fine dell’anno significa anche ultime scadenze fiscali da rispettare per il 2023. Alcune sono state prorogate, altri pagamenti invece devono essere evasi subito. Vediamo quali sono le date da segnarsi sul calendario e quali le novità
A poche settimane dall’inizio di un nuovo anno, è molto importante non dimenticarsi di rispettare le scadenze fiscali di fine 2023. Nel mese di dicembre attualmente in corso sono infatti diversi gli adempimenti che sia i lavoratori dipendenti che i titolari di partita iva e i pensionati sono tenuti a rispettare.
Proviamo allora a fare un riassunto di quanto accadrà da qui al termine del 2023, tra scadenze rimandate e qualche novità. Se non l’avete ancora fatto, prendete un calendario e segnatevi le date di cui vi parleremo.
Classici appuntamenti fiscali del mese di dicembre sono le scadenze del saldo IMU e dell’acconto IVA, ai quali quest’anno si aggiungono però anche alcune proroghe e novità in calendario.
Scaduta il 5 dicembre (visto il termine di tolleranza di cinque giorni,) la possibilità di versare la seconda rata per quanto riguarda la rottamazione quater, la prima data da segnarsi è quella del 15 dicembre 2023.
Scade infatti il 15 la possibilità di aderire alla regolarizzazione delle violazioni in materia di scontrino elettronico, come introdotto dall’articolo 4 del decreto-legge n.131/2023. Il versamento sarà applicabile anche in caso di violazioni constatate non oltre la data del 31 ottobre e relative al periodo intercorso tra il 1° gennaio 2022 e il 30 giugno 2023.
Altra data importantissima è quella del 18 dicembre 2023, giorno di scadenza del saldo IMU di quest’anno (essendo la data del 16 dicembre un sabato, la scadenza subisce un rinvio automatico a lunedì 18). Parliamo ovviamente della tassa principale sulla casa e che riguarda i proprietari di immobili differenti dall’abitazione principale e non beneficiari di eventuali esenzioni.
Per calcolare la somma da pagare, è importante ricordarsi di tenere conto delle nuove aliquote fissate con apposito regolamento. Non più le aliquote fissate dal Comune di riferimento per la scorsa annualità, come fatto invece in sede di pagamento dell’acconto lo scorso giugno.
Ricordiamo che il saldo IMU tocca tutti i soggetti che possiedono fabbricati, a esclusione dell’abitazione principale (sempre che non rientri nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9, ndr), i terreni agricoli e le aree fabbricabili.
Sempre il 18 dicembre cade anche la scadenza degli adempimenti periodici IRPEF, IVA e INPS. Anche in questo caso la scadenza è stata prorogata di lunedì, per tutte le partite IVA e i sostituti d’imposta.
Gli adempimenti IRPEF si riferiscono al versamento delle ritenute alla fonte a titolo d’acconto, operate dai sostituti di imposta su:
Ricordiamo che il modello F24 è utilizzabile per provvedere anche al pagamento dei contributi INPS dovuti al datore di lavoro sulle retribuzioni pagate nel mese di novembre precedente a quello di scadenza.
Sempre entro il 18 dicembre, al pagamento dell’imposta dovuta sono chiamate anche le partite IVA con liquidazione mensile. Pure in questo caso, per il versamento dovrà essere utilizzato il modello F24, badando di inserire il codice tributo 6011 nella sezione “Erario”.
Le scadenze fiscali del 2023 proseguono con la data del 20 dicembre, in cui cade il doppio appuntamento con il ravvedimento speciale delle violazioni tributarie.
Esso consente di sanare i versamenti omessi, beneficiando così della riduzione della sanzione a 1/18 del minimo irrogabile, la cui prima scadenza da rispettare è stata quella del 2 ottobre scorso.
Non versare, anche parzialmente, il corrispettivo dovuto significherebbe la perdita del beneficio accordato, con le somme dovute che verrebbero automaticamente iscritte a ruolo.
La data di scadenza del 20 dicembre è a tutti gli effetti una proroga resa possibile con la legge di conversione del decreto Proroghe (DL n. 132/2023) e dà una nuova possibilità a chi ha saltato la prima o unica scadenza.
Giusto specificare come, in questo caso, le somme dovute non potranno essere oggetto di rateizzazione, motivo per cui si dovrà versare l’intero importo in un’unica soluzione. Chi dovesse già aver aderito al ravvedimento speciale, versando la prima rata dovuta e rimuovendo così eventuali irregolarità od omissioni entro lo scorso 2 ottobre, potrà invece versare le somme dovute in otto quote di pari importo.
Per quanto riguarda il 2023, la data del 20 dicembre rappresenta il termine per il pagamento della quarta rata dovuta. Le restanti rate che dovranno poi essere pagate rispettivamente entro il 31 marzo, il 30 giugno, il 30 settembre e il 20 dicembre 2024.
Ultima scadenza importante da segnarsi sul calendario è quella del 27 dicembre 2023, riferita alla cassa per l’acconto IVA.
Si tratta di un termine che riguarda sia le partite iva con liquidazione mensile che quelle con liquidazione trimestrale. In questo caso, i metodi possibili previsti per il calcolo dell’imposta per i contribuenti chiamati a tale appuntamento con il Fisco sono tre.
Il primo metodo è quello storico, che prevede il versamento di un acconto IVA pari all’88% dell’imposta corrisposta nel periodo precedente, mese o trimestre, in base alla tipologia di contribuente.
Il secondo è il metodo previsionale, con l’acconto IVA che in questo caso viene calcolato sulla previsione delle operazioni che sono state effettuate nell’ultimo periodo dell’anno. Qui l’imposta da versare è sempre l’88% dell’imposta stimata.
Il terzo metodo è quello analitico, il quale prevede il calcolo sulla base delle operazioni effettuate entro il 20 dicembre 2023. Qui il contribuente dovrà però versare il 100% dell’imposta che deriva dalle liquidazioni.
Da tenere in considerazione sono: le operazioni annotate nel registro delle fatture emesse (dal 1° dicembre al 20 dicembre per contribuenti mensili o dal 1° ottobre al 20 dicembre per contribuenti trimestrali). Le operazioni effettuate ma non ancora registrate o fatturate (dal 1° novembre al 20 dicembre). Le operazioni annotate nel registro delle fatture degli acquisti (dal 1° dicembre al 20 dicembre per contribuenti mensili o dal 1° ottobre al 20 dicembre per contribuenti trimestrali).
A conclusione, ricordiamo anche che dal prossimo anno sono previste delle importanti novità. Il decreto legislativo attuativo della riforma fiscale in materia di semplificazione degli adempimenti che prevedrà la sospensione dei controlli dell’Agenzia delle Entrate.
Si tratterà a tutti gli effetti di una tregua natalizia. Questa comporterà l’interruzione delle attività relative alla trasmissione di comunicazioni derivanti dai controlli automatizzati. Compresi quelli formali e di liquidazione delle imposte sui redditi assoggettati a tassazione separata, oltre che l’invio delle lettere di compliance.
A restare in calendario dovrebbero essere invece gli adempimenti fiscali ordinari.
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