Il 2024 segna la fine delle possibilità di condono edilizio: scopri le sfide, i limiti e le opere che potrai ancora sanare.
Nel 2024, navigare tra le acque normative per ottenere un condono edilizio potrebbe sembrare un’impresa ardua, ma ecco una guida avvincente attraverso le possibilità offerte dal cosiddetto “terzo condono edilizio“.
In passato, i condoni edilizi erano come il rituale di primavera per le abitazioni, offrendo la possibilità di redimere i peccati architettonici commessi. Tuttavia, il 2024 ci trova ancora alle prese con l’eco del “terzo condono edilizio” del 2003, l’ultimo della sua specie.
Cosa può sanare il terzo condono edilizio?
Bene, se avete commesso l’ardito errore di costruire senza licenza, o peggio, avete deviato dal progetto originale, questo potrebbe essere il tuo biglietto per la redenzione. Anche lavori basati su licenze ormai inefficaci trovano rifugio in questa legge. Ma attenzione, non è sempre aperta la porta della redenzione. La legge prevede finestre temporali per le richieste di condono, e cercare di aggirare i limiti temporali potrebbe rivelarsi un esercizio vano.
Parlando di limiti, ecco il cuore della questione. Il “terzo condono edilizio” ha un’anima restrittiva, applicabile solo a costruzioni abusive anteriori al 31 marzo 2003. La scadenza è necessaria, altrimenti chiunque potrebbe trasformare il proprio terreno in un’opera edilizia senza limiti, facendo perdere ogni valore a concessioni e licenze.
Ma attenzione al paesaggio. Se l’edificio sfoggia una vista mozzafiato sotto vincolo paesaggistico, il condono potrebbe essere solo un miraggio. A meno che non si abbia un vincolo successivo alla trasgressione, o la violazione possa essere considerata più “formale” che reale, le porte della redenzione potrebbero restare sbarrate. Ma c’è un’altra sfida: la cubatura.
La Corte di Cassazione ha stabilito limiti rigorosi, con 750 metri cubi per unità abitativa e 3.000 metri cubi per l’intera costruzione. Tentare di spezzare l’opera per aggirare questi limiti potrebbe rivelarsi un gioco pericoloso, poiché la Cassazione sottolinea che l’intero complesso immobiliare deve rispettare questi limiti, anche se suddiviso.
E ora, l’aspetto finanziario. La redenzione ha un prezzo, e il condono edilizio non fa eccezione. I costi variano da 60 a 150 euro al metro quadrato, a seconda della natura dell’abuso. La prima rata deve essere di almeno 1.700 euro. Tuttavia, al momento il sipario è calato sui termini per aderire al condono edilizio del 2024. Le sentenze recenti, sebbene avvincenti, riguardano richieste di sanatorie fatte quando l’opportunità era ancora accessibile.