Nel vasto mondo della criminalità, una nuova truffa telefonica dilaga più potente che mai: occhio a non farsi ingannare.
Nell’era digitale, dove la tecnologia è una parte integrante della nostra quotidianità, emergono anche minacce sempre più sofisticate. Le truffe telefoniche perpetrate da cyber criminali rappresentano una forma insidiosa di inganno. Essi sfruttano la comunicazione diretta per trarre vantaggio dalle persone ignare. È dunque importante conoscere, divulgare e mettere in guardia le persone su tutto ciò che concerne il pericoloso mondo delle chiamate fraudolente.
Insomma, la conoscenza è il primo mezzo per tutelarsi, ma è importante anche sapere che, se si è caduti vittima di questo tipo di raggiri, non c’è alcun motivo di sentirsi destabilizzati o frustrati. Le truffe telefoniche, infatti, rappresentano un intricato balletto psicologico orchestrato da truffatori senza scrupoli su cui chiunque può caderne vittima.
La potenza di queste truffe risiede nelle tecniche psicologiche subdole impiegate per manipolare le vittime ignare. Questo sottile gioco mentale mira a sfruttare le vulnerabilità emotive e a creare un senso di urgenza che spinge le persone ad agire contro il loro stesso interesse.
Tra l’ampio spettro delle truffe telefoniche, ne emerge una, tanto potente quanto dannosa per la vittima. In questo caso parliamo di un raggiro bancario, ossia un sedicente operatore della propria banca che si spaccia da tale per estrapolare le proprie informazioni finanziarie, nonché prelevare ingenti somme di denaro sul conto; il tutto con il nostro consenso.
Come accennato in precedenza, nessuno darebbe queste informazioni ad uno sconosciuto, se non fosse che dapprima ha subito un raggiro psicologico talmente potente da cedere con estrema facilità tali informazioni. In questo caso a parlare è stato Angelo Greco, noto consulente finanziario online, nonché avvocato. L’ironia della sorte ha voluto che proprio lui cadesse vittima della truffa, per fortuna con scarso risultato.
Il truffatore (nel suo caso e in quelli di molti altri), ha attuato la tecnica dell’autorità: si è spacciato per un dipendente della propria banca per ottenere credibilità dalla vittima. In aggiunta, ha attuato la tecnica dell’emergenza: il sedicente operatore ha chiamato l’Avv. Greco avvisandolo di un movimento fraudolento nella sua carta; motivo per cui era necessario effettuare il blocco telefonico del conto. A tal proposito, sono state chieste diverse informazioni per rendere il tutto quanto più formale possibile e confondere la vittima. Tutto abbastanza credibile se non fosse che, ad un certo punto, è stato richiesto all’avvocato di accettare dall’internet banking un pagamento da 800 euro.
A quel punto a Greco è venuto subito il sospetto, nonostante l’operatore insistesse sul fatto che tale operazione era necessaria per restituire a lui quei 800 euro precedentemente sottratti. Ovviamente, nulla di ciò era vero e l’avvocato è riuscito a debellare l’operatore e segnalare la mossa alla banca.
In conclusione, le banche non chiederanno mai informazioni personali per via telefonica. Motivo per cui, prima di fornirle, è consigliato chiamare direttamente il proprio istituto bancario per assicurarsi della veridicità della stessa chiamata. Questo vale anche nel caso in cui questa sembra essere stata effettuata sotto nome dell’autorità finanziaria.
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