Brutte notizie per gli italiani: arriva una nuova tassa sui bonifici, anche se obbligatori perché legati a bonus. Ecco quanto costerà.
Arrivano grossi cambiamenti a partire dal primo marzo. Aumenta, infatti, la ritenuta sui bonifici parlanti per ottenere le agevolazioni fiscali, salendo dal precedente 8% all’11%. Questo è uno dei cambiamenti della Legge di Bilancio 2024, e si applica a molte agevolazioni utilizzate frequentemente, come il superbonus e relativi bonus casa. Il superbonus stesso ha subito pesanti modifiche a seguito della Manovra, con la nuova tassazione delle plusvalenze per le compravendite fino a 10 anni dalla conclusione dei lavori.
L’aumento dall’8% all’11% dei bonifici parlanti deriva dalla decisione della nuova Manovra descritta nell’articolo 1, comma 88 della Legge di Bilancio 2024. Questa interviene sulla ritenuta che va applica dalle banche e dalle Poste Italiane a titolo di acconto dell’imposta sul reddito dovuta dal beneficiario, specificando che si parla di pagamenti con bonifico per ottenere le varie detrazioni IRPEF. Questa misura va a modificare il precedente decreto legge numero 78/2010, articolo 25, che ha già subito alcuni cambiamenti col passare del tempo.
Nuova tassa sui bonifici parlanti: quanto dovrai pagare per le agevolazioni
L’aumento di percentuale è dunque del 3% in più, che comporterà più entrate nelle casse dello Stato quando si parla di accredito dei pagamenti. Questo aumento mira principalmente alle agevolazioni fiscali, inclusi i già citati superbonus e bonus casa (ma non solo, visto che si applicherà a tutte le agevolazioni simili).
Questo aumento della ritenuta sui bonifici parlanti riguarda, nello specifico, tutte le agevolazioni edilizie e il loro riconoscimento. Si tratta quindi di un cambiamento molto specifico, che punta a certe agevolazioni che si erano già rivelate troppo costose per il Governo in passato. Ecco perché il superbonus ha subito ulteriori interventi, anche al di fuori della nuova tassazione.
I bonifici dovranno contenere le seguenti informazioni: il richiamo normativo in cui rientra l’agevolazione nella causale, il codice fiscale del beneficiario dell’agevolazione e il codice fiscale o l’eventuale partita IVA del destinatario. L’IVA andrà esclusa dal calcolo della ritenuta, che si applica solo sulla somma pre-IVA. La tassa è nata al 10% nel 2010, per poi scendere al 4% nel 2011 e risalendo all’8% il primo gennaio 2015. Di conseguenza, l’aumento in arrivo all’11% rappresenta la versione più costosa della tassa finora, come conseguenza delle necessità del Governo seguendo i cambiamenti imposti dalla Legge di Bilancio 2024.