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Nuova Riforma pensioni: coefficienti obsoleti e non solo, la proposta

Nuova riforma delle pensioni: cosa aspettarti e quali sono le indiscrezioni svelate, tutte le informazioni utili sulle novità.

La pensione contributiva, viene calcolata moltiplicando il montante, per il coefficiente di trasformazione anagrafico corrispondente all’età di uscita dal mondo del lavoro. Questo è il metodo utilizzato in Italia, che però in alcuni casi presenta delle lacune ed è per questo che è importante tenere realmente alcune informazioni.

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Pensioni, la riforma può metter in ginocchio tanti italiani -lamiapartitaiva.it

Oggi come oggi vengono utilizzati coefficienti di trasformazione anagrafici, abbastanza obsoleti, nonostante l’aggiornamento biennale in base alle rivelazioni Istat.

Questi coefficienti, sono basati su stime che prendono in riferimento i nati dal 1930, con un’aspettativa di vita diversa rispetto a quella attuale. Ciò incide sul calcolo della pensione stessa, che per i lavoratori prossimi al pensionamento sarà più generosa rispetto a quelli più giovani. Per questa ragione le pensioni anticipate secondo il modello di calcolo previsto in Italia, rischiano di non essere vantaggiose.

Nuova riforma delle pensioni, le varie ipotesi

Sei in Italia la situazione è questa, in altre parti del mondo i calcoli vengono effettuati utilizzando altri parametri, il sistema contributivo svedese, si basa su coefficienti differenziali per coorte. La loro obsolescenza, è regolata da una soglia minima rigida di uscita, che è compensata da una determinata flessibilità. Per questa ragione i lavoratori possono decidere di ritirarsi a 66/69 anni.

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Scopriamo nel dettaglio la nuova proposta sulle pensioni – llamiapartitaiva.it

L’assegno finale inoltre, sarà calcolato moltiplicando il montante per il coefficiente anagrafico, in Svezia infatti non sono presenti formule di flessibilità in uscita, come ad esempio tutto il nostro discorso delle quote, o di alcune categorie privilegiate, di fatto non esiste neppure la pensione anticipata ordinaria. Nonostante ciò, da 63 anni poi si può comunque accedere ad una pensione provvisoria, un assegno di accompagnamento alla pensione effettiva. Potremmo definirlo un prestito pensionistico, che verrà scontato mediante la decurtazione del montante maturato nel momento in cui si raggiungerà l’età minima per il pensionamento.

Il tasso applicato inoltre, a differenza dell’ Italia, non è basato sul Pil medio, ma sul reddito del lavoro. Ricevere un assegno provvisorio della pensione anticipata in Italia, non è sempre semplice, in quanto il discorso è ostacolato da un sistema di quote, che vede accumularsi una serie di riforme previdenziali, succedutesi nel corso degli anni. Per applicare il modello svedese in Italia, bisognerebbe dunque riformulare il calcolo della quota retributiva, introducendo una correzione. In poche parole quello che già starebbe avvenendo riguardo il discorso delle aliquote.

Se si dovesse applicare il modello svedese, l’unico requisito per la pensione sarebbe un’anzianità contributiva capace di garantire assegni idonei ad un’età non troppo anticipata. Tuttavia una riforma del genere in Italia, sembra alquanto improbabile. Il mercato del lavoro infatti, è ancora un ambiente parecchio ostile per i giovani in quanto le carriere sono sempre più discontinue e le retribuzioni non sempre adeguate.

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