Vuoi aprire una nuova attività, tutto ciò che devi sapere per farlo con successo in una guida completa e consigli pratici.
Iniziare un’impresa al giorno d’oggi richiede un’ampia premeditazione, particolarmente per ottemperare ai doveri e ai compiti fiscali al fine di rispettare le leggi italiane. Un’impresa può avere molte forme: dall’istituzione di un numero di IVA come lavoratore autonomo, all’avvio di un business commerciale, fino all’inaugurazione di una società o ditta.
Per avviare un’impresa, a prescindere dalla forma o dal settore, è necessario fornire un prodotto o servizio specifico da cui trarre un profitto. Come alternativa, è possibile creare un’impresa non orientata al profitto, come una cooperativa o un’associazione.
Per avviare un’impresa, è essenziale percorrere alcuni step cruciali che riguardano primariamente i doveri e i compiti fiscali, per essere in regola con le imposte e per prevenire varie tipologie di penalità. In questo articolo, discutiamo su come avviare un’impresa, dal punto di vista dei doveri e dei compiti fiscali da adempiere.
La progettazione anticipata delle azioni è essenziale quando si intende avviare una nuova impresa, permettendo così di delineare i vari passaggi da eseguire. Prima di tutto, devi valutare l’idea di business che desideri promuovere: ci sono già imprese simili con cui fare paragoni? Quali prodotti o servizi saranno offerti ai clienti? Quanto sarà il capitale iniziale necessario?
Queste sono domande cruciali a cui rispondere prima di effettivamente iniziare l’espansione del business. Infatti, esiste un’ampia varietà di differenze tra l’apertura di un’impresa destinata a diventare un grande ente, avviare un negozio o svolgere altre attività con una ditta individuale o come freelance.
Il concept deve essere sostenibile, ovvero dev’essere possibile mantenerlo sia dal punto di vista della sua realizzazione sia da quello economico. Molti imprenditori, infatti, prima di lanciare un’attività devono programmare un budget iniziale, che potrebbe essere necessario per l’acquisto dei materiali di lavoro o per retribuire i dipendenti e i collaboratori, se presenti.
Bisogna tener presente che alcune professioni richiedono l’uso di una infrastruttura, come un negozio o un ufficio, per poter eseguire il lavoro o per ospitare i clienti. Di conseguenza, se non si possiede già tale infrastruttura, ci sarà un costo da coprire per il pagamento di un affitto o di un prestito ipotecario.
E’ fondamentale avere un’idea chiara e un piano ben strutturato quando si vuole lanciare un’impresa di grandi proporzioni. Potrebbe addirittura essere necessario avere un piano aziendale scritto in modo dettagliato per essere in grado di avanzare nel processo.
Requisiti Essenziali
Tenendo in mente la normativa italiana, l’apertura di un’attività comporta la valutazione di vari criteri, tra cui i requisiti essenziali. Per l’individuo che intende iniziare un’attività commerciale, è necessario:
– Evitare di aver subito un fallimento;
– Non avere precedenti penali o pene detentive;
– Essere liberi da qualsiasi tipo di sorveglianza speciale;
– Non avere mai ricevuto la designazione di “delinquente abituale”;
– Essere un adulto;
– Rimanere residente in Italia;
– Possedere requisiti personali aggiuntivi a seconda del settore specifico in cui si intende avviare l’attività.
Considerate, tuttavia, che ci sono altre esigenze specifiche per particolari settori, come quello della ristorazione o del campo medico e sanitario. Un esempio è che per aprire un ristorante, è necessario un attestato HACCP.
Conoscere in anticipo le esigenze specifiche per iniziare un’attività in Italia è vitale, in quanto si potrebbe correre il rischio di chiusura del proprio negozio o di perdita di fondi considerevoli se queste non vengono soddisfatte.
Nell’Italia di oggi, il Codice Civile offre varie opzioni per la formazione di aziende, o imprese, ciascuna delle quali ha un nome distintivo basato su come funzionano.
Il testo originale descrive vari tipi di imprese e le loro caratteristiche. Una ditta individuale è un’attività gestita esclusivamente da un unico titolare, che ha la piena responsabilità dell’impresa. Un’impresa familiare, invece, è gestita dai parenti più prossimi con un titolare al comando.
Una società semplice è una forma di impresa non commerciale gestita collettivamente, mentre una società in nome collettivo non ha responsabilità giuridica con un impegno illimitato e congiunto da parte dei soci.
Nella società in accomandita semplice, la gestione e il rischio si dividono: gli accomandatari ne hanno la direzione e assicurano un rischio illimitato, mentre gli accomandanti hanno responsabilità limitata e sono esclusi dal governo dell’impresa.
Contrariamente alla società in accomandita semplice, la società a responsabilità limitata è una società di capitali con personalità giuridica e risponde a delle obbligazioni sociali solo con il suo patrimonio, necessitando di almeno 10.000 € per essere fondata.
La società a responsabilità limitata semplificata è simile, ma può essere creata anche da solo una persona e i soci devono essere individui, non entità giuridiche.
Infine, la società per azioni è una società di capitali con responsabilità limitata tra i soci e il capitale è fattore di partecipazione. I soci non detengono potere amministrativo ma diventano tali acquisendo le azioni.
Nel caso in cui la perdita di capitale non venga mitigata o eliminata di almeno un terzo nell’anno fiscale successivo, sarà necessario procedere con la riduzione del capitale. Qualora tale riduzione toccasse il limite di 120.000€, l’azienda dovrà mutare la propria forma in una società in accomandita per azioni (sas). La sas è un particolare tipo di impresa dove coesistono due gruppi di azionisti: i soci accomandatari e i soci accomandanti, che hanno responsabilità illimitate.
Un’altra figura aziendale è la società cooperativa: questa è costituita da almeno tre membri e pone al centro della sua attività le persone, stabilendo anche dei limiti al capitale.
L’impresa artigiana, invece, si riferisce all’entità commerciale la cui meta è di produrre prodotti o servizi, guidata da un imprenditore artigiano.
Un‘impresa agricola, come suggerisce il suo nome, è un’impresa dedita all’agricoltura o attività similari.
Infine, esiste l’associazione in partecipazione, un tipo di impresa che non stringe un legame legale tra le parti coinvolte, così l’associante può svolgere le sue attività senza dover rispondere all’associato.
La pianificazione della creazione di un’impresa richiede la considerazione del bilancio disponibile, l’identificazione di quest’ultimo e la sua acquisizione attraverso il coinvolgimento in bandi specifici o tramite l’ottenimento di fondi o incentivi. Sia le istituzioni pubbliche che le entità private e gli investitori possono fornire la liquidità necessaria per la creazione di un’impresa, in particolare se si tratta di una startup emergente.
L’analisi del bilancio è imprescindibile non solo per iniziare, ma anche per mantenere l’impresa attiva, poiché le spese saranno sempre parte integrante dello svolgimento delle operazioni. Ci sono costi che sono specifici della fase di avvio, mentre altri persisteranno nel tempo. Pertanto, i seguenti costi devono essere considerati nel processo di avvio di un’impresa:”
Eccovi una lista variegata di potenziali costi inerenti l’avvio di una nuova attività:
Inoltre, ci sono poi:
Fanno anche parte delle spese la richiesta di specifiche licenze o certificati, la formazione dell’imprenditore o dei lavoratori assunti, consulenze esterne, costi delle tasse, pubblicità, marketing e promozioni, e infine, l’arredamento per i locali aziendali.
È essenziale fare un’analisi approfondita, anche prendendo in considerazione tali costi adattabili in base al tipo di attività avviata, chi decidere come fornitore, dove ubicare l’attività e a chi rivolgersi per ottenere finanziamenti, come ad esempio le banche.
Il concetto di franchising
Attualmente, c’è un’opportunità affascinante per avviare un’impresa riducendo le spese: stiamo parlando del franchising. Negli ultimi tempi, è sempre più comune vedere negozi e imprese di diversi settori, che portano un unico brand, distribuiti nelle città e nei comuni italiani.
Tasse e contributi
Ci sono vari requisiti importanti da considerare, come le tasse e i contributi. Questi includono i pagamenti annuali delle imposte allo stato e la messa da parte dei contributi INPS (o altre casse previdenziali) per scopi pensionistici.
Le imposte e i contributi rappresentano un onere per le aziende, calcolato sia in proporzione ai guadagni ottenuti che in funzione di una somma fissa. Tutte le imprese devono dichiarare i profitti accumulati durante l’anno e versare i dovuti importi al governo, per evitare possibili penalità per evasione fiscale.
Questo è applicabile anche per i contributi, che devono essere versati sia dall’imprenditore che dai lavoratori. Pertanto, avviare un’impresa implica la necessità di informarsi preliminarmente sul regime fiscale appropriato da adottare con il proprio numero di Partita Iva. Spesso, si sceglie il regime ordinario, che prevede l’applicazione di un’aliquota IRPEF proporzionale al fatturato.
Tuttavia, in determinati casi, si può ricorrere al regime forfettario, che è favorevole poiché prevede un’unica aliquota fiscale del 15%, ulteriormente ridotta al 5% durante i primi cinque anni di attività. Per poter fare una scelta informata, è essenziale conoscere a fondo i requisiti di ogni regime fiscale e ricorrere i servizi di un commercialista.
La stessa regola si applica per le responsabilità contabili: a seconda della tipologia di attività, potrebbe essere richiesta la tenuta di libri contabili, la fatturazione elettronica o la gestione di altri documenti cruciali. Si può ottenere assistenza dal proprio commercialista o dall’Agenzia delle Entrate.
Rispetto alle aziende commerciali, l’attività di lavoratori autonomi e professionisti indipendenti può essere avviata una volta aperta la partita IVA, senza la necessità di registrarsi al registro delle imprese.
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