L’adeguamento delle pensioni previsto per il 2024 è una misura attesa da tempo e necessaria per far fronte agli aumenti degli ultimi anni.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha recentemente confermato un’importante novità per il mondo dei pensionati: un adeguamento all’inflazione del +5,4% sulle pensioni, a partire dal primo giorno del 2024. Questa decisione è frutto della collaborazione tra il Ministero dell’Economia (presieduto da Giancarlo Giorgetti) e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (guidato da Marina Elvira Calderone) e rappresenta un significativo passo avanti nel sostegno al reddito dei cittadini anziani di tutta Italia.
Questi adeguamenti rappresentano la prima vera risposta concreta alle preoccupazioni di molti pensionati italiani che, negli ultimi anni, hanno affrontato sfide significative a causa dell’aumento del costo della vita e dell’inflazione. La misura, calcolata sulla base della variazione percentuale dei prezzi al consumo forniti dall’Istat il 7 novembre 2023, mira a bilanciare l’impatto dell’inflazione sul potere d’acquisto dei pensionati.
Buone notizie per i pensioni di tutte le fasce di reddito
L’adeguamento prevede variazioni significative a seconda della fascia di pensione. La pensione minima dovrebbe arrivare ad ammontare 598,61 euro nel 2024, una cifra a cui va poi aggiunta la super rivalutazione dei trattamenti minimi annunciata dal governo. Per quanto riguarda l’assegno sociale, attualmente pari a 503,27 euro, si prevede che la somma finale percepita sarà di 534,40 euro.
Per le pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo INPS 2023 (cioè circa 2.272 euro lordi mensili), l’aumento potrebbe raggiungere un massimo di 122 euro. Questo incremento varia ovviamente a seconda dell’importo della pensione ricevuta e rappresenta una perequazione totale dell’assegno.
Nel caso delle pensioni che vanno da 2.272 a 2.840 euro, l’aumento è pari al 4,59%. Ad esempio, un pensionato che riceve 2.500 euro al mese vedrà il proprio assegno aumentare fino a 2.614,75 euro. Per coloro che rientrano nella categoria delle pensioni fra cinque e sei volte il minimo, l’aumento sarà invece del 2,86%.
Gli assegni pensionistici fra sei e otto volte il minimo avranno un incremento del 2,54%, con un massimo di 115,37 euro. Le pensioni fra otto e dieci volte il minimo vedranno un aumento del 1,99%, il che significa un aumento massimo di 112,96 euro. Infine, i pensionati con assegni oltre dieci volte il trattamento minimo potranno giovare di un aumento più modesto, pari all’1,19% a fronte di un’inflazione del 5,4%, risultando in un incremento massimo di 131,60 euro.
In tutti i casi, la novità verrà accolta come un evento positivo da molti pensionati italiani e, spera il governo, anche dal mercato in generale. L’incremento delle pensioni, infatti, non è solo una questione di giustizia sociale, ma anche un importante strumento di politica economica. Aumentando il reddito disponibile dei pensionati, si stimola la domanda interna e si supporta l’economia nazionale.