Chi ha intenzione di chiedere un mutuo, dal 2024 si troverà di fronte ad una situazione molto difficile. Ecco cosa accade nelle banche.
Ancora una volta, l’aumento dei tassi di interesse della BCE va a riflettersi in maniera negativa sul mercato immobiliare e su quello di mutui, andando a complicare ancora di più la situazione per tutti coloro che vivono in una fascia di reddito medio e che hanno intenzione di acquistare una casa.
Sembra quindi che i dati condivisi dagli analisti di Bankitalia e da Nomisma, vadano a prevedere una situazione ancora più grave per il prossimo anno. Ma vediamo insieme cosa sta accadendo attualmente.
Mutuo nel 2024: peggiora la situazione delle banche
In base ad un sondaggio portato avanti da Bankitalia e fatto tra gli agenti immobiliari durante il terzo di mese del 2023, pare che la difficoltà ad accedere a mutui per acquistare un’abitazione, siano arriva dagli stessi livelli del 2014.
Infatti, il 34,4% degli operatori hanno segnalato la presenza di ostacoli nel momento in cui si aveva intenzione di ottenere un mutuo. Si tratta di una percentuale che, per quanto riguarda la compravendita finanziata da un mutuo ipotecario, ha visto la diminuzione a 63,4%. Quindi, il rapporto tra il valore dell’immobile e l’importo del prestito è rimasto elevato al 73,7%, anche se le prospettive all’interno del mercato immobiliare continuano ad essere peggiori.
Le stime fatte da Nomisma invece vanno ad indicare un calo delle vendite nel mercato immobiliare pari al 16%. Un declino che sembra essere attribuito all’incremento del costo del denaro oltre che alla diminuzione dell’utilizzo dei mutui.
Le varie politiche creditizie hanno provocato un calo del 29% di mutui che nel corso dell’anno passato sono stati concessi. Tale fotografia va a confermare ancora una volta quando sia fragile la stabilità finanziaria dell’area dell’euro. Infatti, il reato di tassi di interessi di 450 punti base nel corso degli ultimi 365 giorni, stanno avendo delle conseguenze negative sull’economia reale all’interno di un contesto di crescita molto debole e con tensioni geopolitica non di poco conto.
All’interno del rapporto infatti possiamo leggere che i costi per finanziare il debito aumentano sempre di più, degli aumenti che si registrano anche per le banche e quindi, di conseguenza, vi è un calo della domanda di prestiti. Tutto ciò causa un rallentamento dell’economia e un aumento del tasso di insolvenze di imprese e famiglie. Infatti, anche gli Stati più indebitati si trovano a fare i conti con l’aumento del rifinanziamento del debito pubblico.