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Mutui casa: rate più alte nelle regioni del Sud

I mutui casa con tassi di interesse non così convenienti per il Sud Italia, come approfittare delle offerte esclusive e scegliere la soluzione ideale.

Il problema dell’alto costo dei mutui riguarda tutta l’Italia, e anche altre regioni. L’azione di innalzamento dei tassi di interesse intrapresa dalla Banca Centrale Europea per arginare l’inflazione ha determinato un incremento dei pagamenti dei mutui, che sembra destinato a durare a lungo. Questo sta causando problemi a numerose famiglie, si parla di quasi un milione. Tuttavia, la situazione in Italia non è omogenea in ogni regione. Un esame condotto dalla Fabi (il sindacato dei lavoratori bancari italiani) ha evidenziato che vi sono notevoli disparità nei tassi di interesse applicati in diverse aree del Paese. E si nota che questi sono significativamente superiori nel Sud e nelle isole.

La ricerca ha preso in considerazione i mutui destinati all’acquisto di abitazioni. Dai dati emerge che il tasso medio applicato dalle banche per un prestito si aggira intorno al 4,1%. Alcune regioni si avvicinano a questa media, in particolare quelle del Nord Ovest, come Liguria, Lombardia, Piemonte e Valle D’Aosta, dove il tasso è del 4,09%. Invece, nel Nord Est il tasso è considerevolmente inferiore: si parla di un 3,99% in Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Veneto.

Le rate dei mutui si alzano scendendo nel Sud Italia

In termini di costi di prestito, il Sud dell’Italia e le Isole vedono una media più alta rispetto ad altre parti del paese. Infatti, le regioni di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Puglia mostrano un tasso d’interesse medio del 4,18%. Purtroppo, in Sardegna e in Sicilia, il tasso d’interesse medio è persino più alto, al 4,23%. Allo stesso modo, nel Centro Italia, che comprende Lazio, Marche, Toscana e Umbria, il tasso è leggermente inferiore alla media meridionale, con un 4,16%, sebbene abbia visto il più significativo incremento negli ultimi due anni, ossia un +2,51%.

Questa variazione tra le regioni è attribuita ai “fattori di rischio” che sono più elevati in alcune aree rispetto ad altre, secondo Fabi. Sfortunatamente, il Sud e le Isole sono economicamente più arretrate rispetto al Nord, con un numero maggiore di fallimenti aziendali e difficoltà economiche. Le famiglie in queste aree spesso lottano per pagare i prestiti e i mutui. Di conseguenza, il rischio per le banche è più alto, sebbene recentemente ci sia stata una maggiore disponibilità da parte delle istituzioni creditizie e una maggiore attenzione alle difficoltà delle famiglie e delle aziende, come ha sottolineato il segretario di Fabi, Lando Maria Sileoni.

un grafico in 3D
Foto | Natee127 @Canva – lamiapartitaiva.it

 

Le cifre cambiano lievemente in base all’importo del prestito. Per un’ipoteca fino a 125mila euro, il tasso più elevato si trova in Sicilia e Sardegna, mentre per un prestito superiore a 250mila, il Sud detiene il record. La tendenza rimane la stessa: tassi più convenienti al Nord e più alti al Sud.

Alla luce dell’ultimo incremento della Bce, avvenuto il 27 luglio, il tasso di riferimento principale per le banche è aumentato al 4,25%, il che suggerisce che le rate dei mutui potrebbero aumentare ulteriormente. Nell’anno passato, l’incidenza del debito sulle famiglie ha registrato un significativo aumento: a marzo 2023, per la famiglia media, i debiti rappresentavano l’ 10,55% del reddito disponibile. Alla fine del 2019, questo valore era al 9,5%.

Mutui sempre più cari, tassi in continua crescita

A partire dal primo luglio 2022, la BCE ha introdotto una politica monetaria restrittiva che ha portato a un calo della liquidità di mercato e a un aumento del tasso di riferimento (fermo a zero dal 2016). Gli incrementi hanno influito sugli altri tassi di interesse, rilevanti anche per i mutui. L’IRS, parametro di riferimento per i mutui a tasso fisso, da tempo risente di tensioni, con valori che sono triplicati rispetto all’inizio del 2022. Anche l’Euribor, parametro per i mutui a tasso variabile, è sotto pressione, facendo sì che le rate dei mutui a tasso variabile siano in aumento da qualche mese. Ci sono tuttavia delle alternative, come la surroga e la rinegoziazione.

Chi ha un mutuo dovrebbe considerare i possibili rischi che sorgono a seconda del tipo di tasso utilizzato. Per un mutuo, sia fisso che variabile, il tasso sarà determinato dall’aggiunta dello Spread (una percentuale stabilita dalla banca) a un tasso di mercato, generalmente l’Euribor per i mutui variabili e l’IRS per quelli a tasso fisso.

Nei mutui a tasso fisso, aumento dell’IRS (interest rate swap) non incide su coloro che hanno già sottoscritto un mutuo a tasso fisso, dato che il tasso, stabilito il giorno della firma del mutuo, rimane costante. Questa è una delle principali attrattive di un mutuo a tasso fisso, specialmente in periodi di crescita dei tassi, poiché le rate restano invariate nel tempo. Tuttavia, per chi deve firmare un nuovo mutuo a tasso fisso in questo periodo, potrebbero sorgere delle difficoltà, data l’elevata crescita dell’IRS rispetto all’inizio del 2022. Sebbene ci siano ancora offerte vantaggiose per valutare attraverso i nostri servizi online, le rate saranno sicuramente più alte rispetto al passato, creando problemi potenziali. Le banche infatti, tendono a non concedere mutui se la rata supera il 33% del reddito mensile del richiedente. Con l’aumento delle rate, ottenere un mutuo a tasso fisso può diventare più complicato. Possibili soluzioni includono l’estensione della durata del mutuo per ridurre la rata mensile, oppure optare per un mutuo variabile o misto, quest’ultimo include una clausola che limita l’aumento delle rate.

Per quanto riguarda i mutui a tasso variabile, la situazione è differente. La rata viene ricalcolata periodicamente (solitamente ogni mese), sommando lo Spread (che rimane costante) all’Euribor del periodo di riferimento. Di conseguenza, se l’Euribor aumenta, anche la rata aumenterà. L’andamento dell’Euribor è fortemente influenzato dal tasso di riferimento della BCE. Il reale aumento della rata dipenderà anche dal momento in cui il mutuo è stato sottoscritto, dato che il piano di ammortamento francese prevede che la rata sia composta da quote di interesse decrescente e quote capitale in aumento. Pertanto, più si progredisce nel piano di ammortamento, minore sarà l’impatto sulla rata del aumento degli interessi. In sostanza, per chi ha stipulato il mutuo da un po’ di tempo, la crescita del tasso Euribor avrà un impatto meno pronunciato.

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