Subire una multa di 250 euro può essere davvero spiacevole, non è però così diffcile questo possa accadere. Ecco quando.
Subire una sanzione non piace certamente a nessuno, ben sapendo come questo comporti la necessità di mettere mano al portafoglio per una spesa che non si era prevista e che a volte non è nemmeno leggero. Trovarsi in questa situazione non può che sembrare un problema ancora più grave in un periodo come questo in cui sono tanti gli italiani che si ritrovano a fare fatica ad arrivare alla fine del mese indenni, al punto tale da tagliare il superfluo.
Se la multa prevista è di 250 euro essere preoccupati può essere più che naturale, specialmente per chi ha costi fissi da sostenere quali quelli previsti per mutuo e affitto, che si aggiungono a bollette e spese alimentari (oltre ad altri extra). In realtà, si tratta di una situazione che può capirare a tanti, anche solo per una semplice dimenticanza.
Sapere che sono diversi gli italiani che ogni anno possono ritrovarsi a pagare una multa di 250 euro non può essere certamente consolante. Spesso, infatti, una situazione simile si verifica in periodi in cui si già sommersi dalle spese, per questo metterne in preventivo un’altra non può che essere un problema non da poco.
Dover subire tutto questo per una dimenticanza non può però che avere il sapore di una beffa perché si finisce per pensare che con un po’ di attenzione in più quello non sarebbe accaduto. Ma quale può essere la distrazione che può essere fatale e ch obbliga a mettere mano al portafoglio?
Il riferimento è a chi non presenta la dichiarazione dei redditi nelle scadenze previste, pur essendo obbligato a farlo. A volte si tende a pensare di essere in regola e di non dover far niente, anche se in realtà non è così, per questo la sanzione diventa inevitabile.
A doverlo fare sono, ad esempio, lavoratori/disoccupati che non sono tenuti all’obbligo dichiarativo, ma che poi, non tengono conto delle variazioni dei propri redditi non rimanendo più in regola con il Fisco. In questo caso la multa di 250 euro rappresenta la sanzione minima, a volte si va dal 120% al 240% dell’imposta omessa.
L’obbligo spetta inoltre anche ai lavoratori dipendenti che nel corso dell’anno precedente hanno cambiato lavoro, per questo si ritroveranno con una doppia CU che certifica i guadagni percepiti a ogni azienda. Chi ha lavorato per un periodo e poi è stato licenziato, magari perché il contratto era scaduto, vive un situazione simile. In questo caso avrà una doppia CU, una rilasciata dal datore di lavoro e una dall’Inps.
Solo i lavoratori dipenenti possono sentirsi tranquilli, in questo caso il conguaglio fiscale lo opera direttamente il sostituto di imposta in busta paga, non avendo altri redditi da dichiarare (le tasse vengono versate ogni mese in busta paga).
E’ bene quindi annotarsi quali siano le date da ricordare per evitare problemi. Il 30 settembre 2024 è la data ultima di invio per lavoratori dipendenti e pensionati che presentano il modello 730. Si può comunque rimediare con il modello Redditi entro il 15 ottobre.
Superata quella data, la dichiarazione diventa tardiva, a patto che sia inviata entro 90 giorni dalla scadenza ultima ordinaria del 15 ottobre. In quel caso la sanzione è pari a 25 euro, ovvero 1/10 della cifra massima prevista. Se si superano i 90 giorni si applica l’importo più pesante, maggiorato dagli interessi che aumentano mese dopo mese.
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