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Licenziamento, le regole sul preavviso da parte del datore

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Dalma Bonaiti

Cosa devi sapere sul preavviso di licenziamento da parte del datore e le regole fondamentali su come proteggere i tuoi diritti di lavoratore.

Se il datore di lavoro decide di voler interrompere il contratto, deve dare un preavviso adeguato al lavoratore. Questo periodo dovrebbe premettere al dipendente di cercare un altro lavoro. La durata del preavviso dipende dall’anzianità in azienda e dalla posizione occupata.

Si noti che è il contratto collettivo di lavoro a stabilire la lunghezza del preavviso. In pratica, la durata è la stessa prevista nel caso in cui il dipendente decidesse di dimettersi. La penalità è la stessa, con la differenza che, in caso di licenziamento senza preavviso, il datore di lavoro deve pagare un’indennità (equivalente allo stipendio che il dipendente avrebbe ricevuto durante il periodo del preavviso).

Ci sono però alcune circostanze in cui l’azienda può licenziare un dipendente senza dare preavviso, ad esempio, se il comportamento del lavoratore è così grave da precludere la continuazione del rapporto lavorativo anche per un solo giorno ulteriore.

Esistono due scenari specifici in cui un datore di lavoro ha il permesso legale di terminare il contratto a tempo indeterminato di un dipendente. Il primo scenario riguarda i situazioni in cui il dipendente ha dimostrato un comportamento inadeguato o ingiusto, portando al licenziamento disciplinare. Le due forme di licenziamento disciplinare sono:

– Il licenziamento per giusta causa: questo avviene quando l’azione del dipendente è così grave che impedisce la possibilità di continuare il rapporto lavorativo, anche solo per un giorno. In questa circostanza, non è richiesto un preavviso.
– Il licenziamento per giustificato motivo soggettivo: si riferisce a comportamenti meno gravi, ma che comunque non permettono la continuazione del rapporto lavorativo. Questa situazione richiede un preavviso.

Il secondo scenario in cui può essere effettuato un licenziamento riguarda questioni aziendali, come la necessità di ridurre i dipendenti durante un periodo di crisi del mercato o la chiusura di una divisione aziendale non più necessaria. In questo caso, avremmo un licenziamento per giustificato motivo oggettivo.

Una volta compreso quando un datore di lavoro può licenziare, vediamo quanti giorni di preavviso deve fornire al dipendente. La legge prevede che, sia nel caso di dimissioni che di licenziamento, la parte che recede dal contratto senza dare preavviso deve pagare all’altra parte un’indennità.

Come viene calcolato il mancato preavviso di licenziamento in termini economici

Se un datore di lavoro non aderisce alle condizioni di preavviso, è tenuto a pagare un’indennità per mancato rispetto del preavviso. Questa compensazione sostitutiva viene calcolata basandosi sul salario usuale che il lavoratore dovrebbe ricevere.

Per comprendere il modo in cui viene determinata l’indennità compensativa del preavviso, bisogna fare riferimento all’articolo 2118 del Codice Civile. Questo specifica che:

per calcolare l’ammontare dell’indennità, la prima cosa da fare è comprendere quale preavviso sarebbe necessario dare. Questo dettaglio è fornito dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro di riferimento. Per ulteriori informazioni, consigliamo di approfondire le informazioni sul preavviso di dimissione e sul preavviso di licenziamento.

Dopo aver identificato il periodo di preavviso necessario, è importante capire quanto preavviso è stato effettivamente rispettato. Ad esempio, in caso di licenziamento o dimissione immediati, il preavviso è nullo e, di conseguenza, l’intera indennità compensativa deve essere riconosciuta. Se invece un lavoratore termina il proprio incarico un giorno prima della fine del preavviso, l’indennità compensativa sarà calcolata su un solo giorno di lavoro.

Si deve includere quindi lo stipendio che il dipendente avrebbe ricevuto, compreso di:

  • commissioni;
  • bonus produttivi;
  • partecipazione agli utili;
  • qualsiasi altro compenso continuativo.

Non si deve invece includere nel calcolo i rimborsi spese erogati dal datore di lavoro, ma si devono considerare vitto e alloggio.

Se la remunerazione del rapporto di lavoro consiste interamente o in gran parte in commissioni o bonus di produzione, l’indennità di preavviso deve tener conto della media di quanto ricevuto negli ultimi tre anni di servizio o in qualsiasi altro periodo di servizio più breve.

Foto | charliepix @Canva – lamiapartitaiva.it

Poniamo il caso in cui un datore di lavoro disattenda il preavviso di due mesi e licenzi il suo impiegato immediatamente: deve ancora pagare due stipendi mensili, che includono anche bonus e commissioni aziendali.

Anche se il preavviso non è stato rispettato dal datore di lavoro, si presume che il lavoratore lo abbia svolto, e quindi deve essere compensato, insieme alle somme dovute al termine del rapporto lavorativo.

In determinate circostanze, l’impresa è ancora obbligata a pagare l’indennità, ad esempio quando l’impiegato non può continuare a lavorare. Questo si applica in situazioni di dimissioni per giusta causa o in caso di morte del dipendente.

Come menzionato prima, non si richiede il preavviso nel quadro di un licenziamento disciplinare per giusta causa. Questo si verifica quando l’impiegato commette una mancanza contrattuale così grave che impedisce la continuazione del rapporto lavorativo anche per un solo giorno aggiuntivo.

Parimenti, durante il periodo di prova di un impiego, non si necessita di preavviso se il licenziamento avviene, a condizione che ciò sia chiaramente menzionato nel contratto.

Quanti giorni di preavviso si possono avere per il licenziamento

Il calcolo dei giorni per il preavviso di licenziamento non ha una durata definita. Varia in base a diversi fattori, tra cui:

– i contratti collettivi;
– la categoria dei lavoratori;
– il livello organizzativo;
– l’anzianità sul lavoro.

Solitamente, il periodo di preavviso è paragonabile a quello per le dimissioni, tuttavia, esistono delle differenze conforme al contratto collettivo di lavoro nazionale (CCNL).

Vi sono, inoltre, regole applicabili a tutti i lavoratori che concernono l’avvio del periodo di preavviso. Questo può essere interrotto in presenza di certi eventi, come

  • le vacanze,
  • la malattia
  • un incidente.

Durante il periodo di preavviso, a meno che non sia stato concordato diversamente con il datore di lavoro, il dipendente è obbligato a svolgere normalmente i propri compiti lavorativi.

Questo è noto come il periodo di preavviso “lavorato”, nel corso del quale gli obblighi reciproci tra il lavoratore e l’azienda rimangono invariati. Durante questo periodo, il rapporto di lavoro deve essere mantenuto attivo, ed è per questo motivo che l’inizio del preavviso viene sospeso se il dipendente è in vacanza o malato.

Dalma Bonaiti

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