Un’agevolazione permette di detrarre l’affitto dal 730. Ecco a quali contribuenti spetta lo sconto e che cosa sapere.
Com’è noto, la detrazione per le spese di affitto dell’abitazione principale rientra tra i possibili sconti fiscali che si possono richiedere tramite 730 e dichiarazione dei redditi. In pratica, entro certe soglie di reddito e alla luce di altri requisiti fondamentali, è possibile scaricare parte della spesa per l’affitto affrontata nell’anno precedente.
Tramite il 730 è anche possibile recuperare altri soldi relativi all’affitto, e non solo per il locatario. Anche il locatore, ovvero colui offre in affitto un immobile, infatti, può rientrare, almeno in parte, di ciò che gli sarebbe dovuto spettare e che invece non ha incassato.
Ogni detrazione, in generale, non è un rimborso totale ma sempre un recupero parziale della spesa. Per ottenere la possibilità di detrarre l’esborso per i canoni di locazione pagati o da incassare bisogna dunque guardare alle cifre versate o percepite nel 2023. Ovviamente serve aver stipulato un contratto di locazione di un immobile a uso abitativo e serve la presenza di specifiche condizioni.
La prima di queste condizioni, nel caso del recupero dei soldi spesi per la locazione, è quella di avere un reddito assoggettato a IRPEF. Vale a dire da lavoro dipendente, da pensione o da lavoro autonomo. Di conseguenza, non sono detraibili le spese dei redditi con regimi di imposta sostitutivi.
Recuperare i soldi dell’affitto sul 730: novità per locatori e locatari
Tali detrazioni sono rivolte a inquilini di alloggi adibiti ad abitazione principale locati con contratti a mercato libero. Ma anche a canone concordato. E ancora: i giovani inquilini, i lavoratori dipendenti che trasferiscono la residenza per motivi di lavoro e gli studenti fuori sede. Lo sconto è di 300 euro, ma solo se il reddito complessivo non supera 15.493,71 euro.
All’interno del Modello 730/2024 è poi possibile anche recuperare i soldi non guadagnati tramite affitto dal locatore. Più precisamente è possibile indicare il credito d’imposta per i canoni di locazione non percepiti nel corso del 2023.
Per legge è necessario pagare le tasse pure sui canoni di locazione non percepiti. Ma i locatari possono adottare alcune strategie per per essere rimborsati sugli importi che in realtà non sono mai stati mai incassati. Il 730 permette infatti di indicare il credito d’imposta per i canoni di locazione che non sono stati messi in tasca.
Tale possibilità vale per i ratei dell’affitto venuti a scadenza e non percepiti su cui è riconosciuto un credito d’imposta dello stesso importo. L’operazione si configura utilizzando il Quadro G dove è presente il Rigo G1-Credito d’imposta per i canoni di locazione non percepiti. Ed è fondamentale specificare la situazione di morosità dell’inquilino. Come? Allegando prova di un provvedimento giurisdizionale di convalida di sfratto per morosità.