Gli immobili che contano nell’ISEE. Ecco come patrimonio mobiliare e immobiliare incidono sul calcolo e quali beni inserire in dichiarazione.
L’indicatore della situazione economica equivalente o ISEE serve a misurare il livello economico di un nucleo familiare al fine di poter accedere a determinati bonus o incentivi statali. Come l’assegno unico universale, per esempio. Ecco perché è importantissimo sapere con precisione quali beni vanno inseriti nella dichiarazione e, in generale, come si calcola tale indicatore. Per quanto riguarda gli immobili, nella DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) per l’ISEE è fondamentale stimare il valore degli immobili posseduti.
Non è però quasi mai chiaro come comportarsi rispetto a certi immobili. Per esempio, che valore dare all’abitazione principale in comodato d’uso gratuito? Molti italiani vivono in una casa di proprietà di altri senza pagare l’affitto (figli che abitano nella casa dei genitori o persone che sfruttano la casa di un parente o un amico).
Questo tipo di immobile deve essere incluso nella Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) per il calcolo dell’ISEE? La regola generale impone che non debbano essere inseriti nell’ISEE tutti quegli immobili per cui non se ne ricava reddito, e quindi di cui non si è proprietari.
Per questo la casa in comodato d’uso è esclusa dal calcolo dell’ISEE: l’abitante non è il proprietario dell’immobile e non ne ricava un reddito. E ciò vale anche se la casa in questione è la residenza principale. Un’altra fattispecie dubbia è poi quella delle quote di eredità su un immobile.
Quali immobili vanno inseriti nella dichiarazione per l’ISEE e quali no
In caso di eredità di quote di immobili, la situazione è un po’ più complicata. Nel caso di un figlio che ottiene in eredità quota di una casa, se l’immobile è utilizzato dal coniuge superstite, come nel caso di una madre che abita ancora nella casa ereditata da lei e dal figlio, la quota non deve essere entrare nella dichiarazione per l’ISEE.
Ciò ha senso perché il coniuge superstite ha diritto all’uso dell’immobile e, di conseguenza, non genera reddito per gli altri eredi. Poi c’è il caso dei terreni agricoli. Se ereditati, devono essere dichiarati nella DSU per l’ISEE. Questo poiché possono generare reddito o contribuire significativamente all’aumento del valore del patrimonio di un contribuente.
Di conseguenza, se il terreno agricolo in questione non è indicato nel modello precompilato, bisogna quindi inserirlo manualmente durante la compilazione della DSU. E la situazione è immutata anche in caso di una quota minima di un terreno diviso fra più eredi.