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ISEE diventa a pagamento: come continuare a richiederlo gratis

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Argia Renda

Isee diventa a pagamento quando fino ad ora era totalmente gratuito: entriamo nel merito e scopriamo che cosa cambia da adesso in avanti.

Le cose sono cambiate e a partire dal prossimo 1 Ottobre, le elaborazioni per DSU per ISEE dopo la prima avranno un costo preso i CAF che sono autorizzati a farli: ad avere evidenziato questa novità è stata la Consulta Nazionale: “L’assistenza alle famiglie per la compilazione della prima DSU e per le modifiche relative a variazioni nel nucleo familiare durante l’anno in corso rimarrà gratuita per i cittadini. Tuttavia, per le DSU successive e altre tipologie di modifiche, i cittadini devono sostenere un costo, che potrà arrivare fino a un massimo di 25 euro per il servizio”.

ISEE LAMIAPARTITAIVA.IT

Ovviamente questo costo è previsto per tutti i contribuenti che scelgono appunto di rivolgersi ad un intermediario come ad esempio il CAF, mentre non cambierà davvero nulla per le persone che vorranno fare questo procedimento in modo autonomo, in quel caso non ci saranno costi aggiuntivi.

Capito questo, esistono due casi in cui il servizio ISEE resterà gratuito proprio come successo fino ad ora: entriamo quindi nello specifico e scopriamo di quali casi si tratta.

Isee diventa a pagamento tranne che in due casi specifici

Come detto prima, il servizio Isee tramite intermediari, tipo il Caf diventerà a pagamento, partiamo dal presupposto che il servizio Isee è uno strumento necessario per potere accedere a tante agevolazioni e bonus e in genere per poterlo avere ci si rivolge sempre al Caf.

Isee lamiapartitaiva.it

Tuttavia, dal 1° ottobre 2023 la situazione cambia a fronte della disposizione del Decreto Lavoro. I contribuenti potranno, infatti, continuare a usufruire dei servizi dei CAF per ottenere il modello ISEE in modo gratuito solo in due casi:

  • Nella compilazione della prima DSU;
  • Nel caso di variazioni nel numero dei membri del nucleo familiare durante l’anno.

Ma come mai si sta andando verso a questo cambiamento? Il motivo pare essere legato alle risorse economiche che come per tanti settore sembrano scarseggiare sempre di più, un problema che ha sottolineato anche la Consulta Nazionale del Caf in un comunicato sottolineando come: “Nonostante l’articolo 32 del Decreto del Lavoro preveda un finanziamento di 30 milioni di euro per il 2023, tale incremento di fondi non è adeguato a coprire la crescente di DSU per ISEE, specialmente in relazione alla riorganizzazione delle misure di sostegno per i figli, alcune delle quali sostenute dal governo stesso”

Argia Renda

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