Dal primo aprile è possibile aggiornare l’ISEE corrente. Gli effetti di questa novità preoccupano tantissimi italiani.
Chi aggiorna il proprio ISEE lo fa per poter aver diritto a un maggior numero di bonus e agevolazioni. Com’è noto, tutte le principali prestazioni assistenziali promosse dallo Stato ed erogate dall’INPS sono infatti legate alla particolare situazione economica della famiglia. E l’ISEE è appunto l’indicatore che rivela le “possibilità” economiche di un nucleo familiare.
Più basso è l’ISEE più è probabile che si possano ottenere agevolazioni e aiuti. E per far abbassare l’indicatore bisogna farne richiesta all’INPS. Da aprile, appunto, è possibile fare richiesta dell’ISEE corrente anche per avvenuta variazione della situazione patrimoniale tra il 2022 (ovvero anno preso in considerazione nell’ISEE ordinario) e il 2023.
Forse, per fare chiarezza, c’è bisogno di capire che differenza c’è fra ISEE corrente e ISEE ordinario. L’ISEE ordinario si basa sui dati reddituali e patrimoniali dei due anni precedenti e si usa per aver accesso la maggior parte delle prestazioni sociali. Tale indicatore va rinnovato ogni anno.
L’indicatore corrente è un aggiornamento di quello ordinario a partire dai redditi e i vari trattamenti degli ultimi dodici mesi. Se un componente della famiglia perde il lavoro o ci sono altri eventi importanti che modificano il reddito del nucleo, conviene dunque aggiornare questo ISEE. L’aggiornamento va richiesto solo in caso di peggioramenti, ovvero se il reddito si abbassa.
Ma, come abbiamo detto, più basso è l’ISEE e più aumentano i vantaggi. Per esempio, con un ISEE corrente sotto una certa soglia, da aprile, si può richiedere un aumento dell’importo dell’AUU (Assegno unico) o rientrare nei requisiti che danno accesso all’AdI (Assegno di inclusione).
La domanda è dunque questa: in quali casi, oltre alla perdita del lavoro, si può chiedere un ISEE corrente? La legge dice che le famiglie possono chiedere un aggiornamento se la situazione reddituale complessiva cala del 25% rispetto alla situazione reddituale individuata nell’ISEE ordinario. Per una modifica basata sulla situazione patrimoniale c’è invece bisogno di una differenza pari al 20%.
In generale, per la normativa, dal primo gennaio al 31 marzo si possono aggiornare ai fini dell’ISEE corrente esclusivamente i redditi, mentre dal primo aprile si possono aggiornare i patrimoni. Oppure soltanto i redditi. O ancora: contestualmente patrimoni e redditi.
Per ottenere un ISEE corrente bisogna innanzitutto verificare di avere un ISEE ordinario in corso di validità. Poi è necessario anche accertarsi che ci sia stata una variazione significativa della situazione economica. Fatto ciò, va compilata la DSU, cioè la Dichiarazione Sostitutiva Unica, con tutti i dati aggiornati. La DSU, contestualmente alla documentazione che prova la variazione economica o patrimoniale, va dunque presentata all’INPS.
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