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Irap, cos’è e perché potrebbe essere abolita nel 2024

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Dalma Bonaiti

Cos’è l’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive, che potrebbe essere eliminata nel 2024: approfondiamo le aliquote e la riforma del 2024.

L’Irap, la temuta imposta regionale sulle attività produttive, si trova al centro delle discussioni sulla riforma fiscale. L’articolo 8 della legge di delega traccia la strada per l’abolizione graduale di questa imposta, suscitando speranze di una svolta positiva per le imprese. Ma quali saranno le reali conseguenze di questo cambiamento? Assisteremo a una riduzione degli oneri burocratici e della pressione fiscale?

Sono molti coloro che auspichino un rapido superamento dell’Irap già nel corso del 2024. Tuttavia, è importante considerare che i tempi potrebbero essere più lunghi rispetto alla riduzione delle aliquote Irpef. Approfondiamo perché l’abolizione dell’Irap già dal prossimo anno rappresenta un obiettivo complicato da raggiungere.

IRAP: cos’è e aliquote

L’IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive) è un elemento imprescindibile per qualsiasi imprenditore o professionista che operi in Italia. È importante essere consapevoli delle aliquote vigenti, in quanto possono influire notevolmente sulla gestione finanziaria della propria attività.

L’aliquota IRAP ordinaria si attesta al 3,9% del valore della produzione netta. Tuttavia, è fondamentale conoscere le ulteriori aliquote specifiche per settore, in quanto possono variare sensibilmente. Ad esempio, le concessionarie diverse da quelle di costruzione e gestione autostrade e trafori dovranno affrontare un’aliquota del 4,2%, mentre banche, altri enti e società finanziarie saranno soggetti a un’imposta del 4,65%. Le imprese di assicurazione, invece, devono considerare un’aliquota del 5,90%, mentre amministrazioni ed enti pubblici subiranno un’imposta dell’8,5%.

Tuttavia, ogni regione o provincia autonoma ha la possibilità di apportare variazioni all’aliquota base, fino a un massimo di 0,92 punti percentuali (quindi fino al 4,82% per l’ordinaria). Questa facoltà consente di differenziare ulteriormente l’imposizione, in base ai settori o alle categorie di contribuenti.

Una nota di interesse riguarda le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e Bolzano. Questi territori, infatti, hanno la possibilità di eliminare completamente l’IRAP. Questa opportunità rappresenta un enorme vantaggio per le imprese che decidono di operare in queste zone.

Infine, è importante tenere presente che il gettito dell’IRAP contribuisce, in misura e modalità stabilite, al finanziamento del servizio sanitario nazionale. È quindi fondamentale considerare tale imposta come parte integrante delle tue responsabilità finanziarie.

Scegliere di affrontare l’IRAP in maniera consapevole e pianificata è fondamentale per la salute finanziaria della tua attività. Assicurati di avere tutte le informazioni necessarie e non esitare a consultare professionisti competenti nel campo per ottenere il supporto adeguato.

Foto | AndreyPopov @Canva – lamiapartitaiva.it

Chi sono i soggetti passivi

I soggetti passivi dell’IRAP sono individuati nell’articolo 3 del decreto legislativo 446/1997. Questi includono le persone fisiche che svolgono attività commerciali, arti e professioni, allevamento di animali e attività di agriturismo. Sono anche considerate soggetti passivi le società semplici, in nome collettivo e in accomandita semplice, le associazioni tra persone per arti e professioni, le società soggette all’IRES, gli enti privati non commerciali, gli enti non commerciali e le amministrazioni pubbliche.

Sono esclusi dal pagamento dell’IRAP gli agricoltori, le cooperative e i consorzi, gli esercenti del regime forfettario o di vantaggio per l’imprenditoria giovanile, i lavoratori in mobilità e i venditori a domicilio soggetti a ritenuta a titolo d’imposta.

I soggetti in liquidazione volontaria devono comunque presentare la dichiarazione dell’IRAP, mentre nei casi di fallimento e liquidazione coatta amministrativa la dichiarazione è obbligatoria solo in caso di esercizio provvisorio.

Qual’è la base imponibile dell’imposta

La definizione del valore della produzione netta può variare in base al tipo di attività e ai diversi soggetti che la svolgono. Ad esempio, per le attività commerciali, la determinazione della base imponibile si basa su un criterio misto che tiene conto dei principi contabili con adeguamenti fiscali. Per le arti e le professioni, invece, la base imponibile viene calcolata in base agli elementi contabili, ovvero la differenza tra i compensi percepiti e i costi sostenuti. Per gli enti non commerciali, le banche e gli enti e le società finanziarie, le assicurazioni e il settore agricolo sono previste indicazioni specifiche.

Nel complesso, la determinazione della base imponibile richiede una valutazione accurata dei vari fattori che influenzano la produzione netta dell’attività. È importante tenere conto delle diverse modalità di calcolo a seconda del settore di appartenenza e dei correttivi fiscali necessari per garantire una corretta imposizione fiscale.

Cosa succederà con la riforma fiscale nel 2024

L’articolo 8 della legge di delega per la riforma fiscale tratta i principi e i criteri direttivi per l’eliminazione graduale dell’imposta regionale sulle attività produttive. Il fatto che si parli di eliminazione graduale suggerisce che non ci saranno cambiamenti significativi nel prossimo periodo di imposta e che potrebbero essere necessari anche diversi anni per completare l’eliminazione definitiva.

Il secondo paragrafo specifica che il Governo, nell’attuare la riforma, deve procedere gradualmente e lavorare per eliminare l’Irap prima per le società di persone (come le società semplici, in accomandita semplice e in nome collettivo) e per le associazioni senza personalità giuridica costituite da persone fisiche che esercitano arti e professioni in forma associata.

Inoltre, lo stesso primo paragrafo, sotto la lettera a), indica che il Governo è tenuto a istituire una sovrimposta, calcolata secondo le stesse regole dell’Ires ma senza possibilità di riportare le perdite.

È evidente che vi sia un superamento dell’Irap, che potrebbe comportare una diminuzione della pressione fiscale. Tuttavia, occorre sottolineare che si tratta semplicemente di una sostituzione dell’imposta. Il comma 1, lettera a) dell’articolo 8 chiarisce il motivo per cui non è possibile superare effettivamente l’Irap: è necessario garantire l’invarianza del carico fiscale, assicurando alle regioni un gettito equivalente a quello attuale, da ripartire secondo i criteri attuali dell’Irap.

La lettera b) del comma 1 dell’articolo 8 specifica ulteriormente che il Governo deve assicurare che l’intervento di cui alla lettera a) garantisca comunque il finanziamento del fabbisogno sanitario e un gettito equivalente alle regioni che presentano squilibri di bilancio sanitario e che sono sottoposte a piani di rientro.

Va ricordato che attualmente i piani di rientro per le regioni con difficoltà nel sistema sanitario (come ad esempio in Campania e in Molise) comportano automaticamente l’applicazione di aliquote Irap più elevate rispetto alle aliquote minime.

Siamo quasi giunti al 2024 e i contribuenti si domandano se saranno ancora tenuti a pagare l’Irap. La risposta è sì, dovranno versare l’Irap relativa al periodo di imposta 2023. Tuttavia, la riforma fiscale in vigore concede al Governo un periodo di ben 24 mesi per mettere in atto le diverse sfaccettature della stessa, il che significa che l’abolizione dell’Irap potrebbe non essere tra le prime misure da adottare. Al contrario, sarà necessario individuare alternative a tal fine, affinché il gettito destinato al servizio sanitario non subisca riduzioni.

Inoltre, il comma 2 dell’articolo 8 della legge afferma chiaramente che gli interventi normativi volti a superare l’Irap non devono comportare aumento del carico fiscale sui redditi di lavoro dipendente e pensioni. Qualsiasi riduzione dovrà essere compensata con un aumento del carico fiscale su soggetti diversi dai lavoratori dipendenti e pensionati, ovvero dovrà ricadere su lavoratori autonomi, professionisti, società e altri soggetti Irap. Questa soluzione consentirà di mantenere l’equilibrio economico, evitando di gravare sulla fascia di contribuenti già sollecitata dagli oneri fiscali.

In definitiva, il futuro dell’Irap è ancora incerto e dipenderà dalle decisioni del Governo nel corso dei prossimi mesi. Tuttavia, l’obiettivo primario sarà quello di trovare soluzioni alternative che permettano di mantenere il servizio sanitario stabile senza intaccare le finanze dei lavoratori dipendenti e pensionati.

Dalma Bonaiti

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