Cambiamenti interessanti sul piano delle criptovalute, con una serie di disposizioni normative che hanno uno scopo ben preciso: scopriamo di cosa si tratta.
In un contesto normativo in continua evoluzione, il nostro Paese si appresta a inserire importanti cambiamenti in materia di criptovalute, Iva e fiscalità internazionale, coordinate le direttive europee. Un recente passo avanti in questa senso è stato realizzato con l’ok delle camere della legge di delegazione europea 2022-2023, che si pone l’obiettivo di offrire un maggiore controllo e trasparenza nelle operazioni finanziarie e nella gestione fiscale delle società .
Per quanto riguarda il settore delle criptovalute, da rilevare un elemento fondamentale risiede nell’introduzione della nota “travel rule”. Questa legge prevede che tutte le transazioni in cripto-attività debbano inserire informazioni specifiche sull’identità di mittenti e destinatari, simile a quanto già succede per i classici bonifici bancari. Lo scopo è quello di prevenire e combattere il riciclaggio di denaro e il finanziamento alle organizzazioni terroristiche, assicurando una maggiore sicurezza e trasparenza nel settore.
Allo stesso tempo, viene aggiunto il regolamento MiCa (Markets in Crypto-Assets), che prevede disposizioni per l’emissione e la fornitura di servizi legati alle cripto-attività . Questo regolamento, primo nel suo genere a livello mondiale, ha bisogno di adeguamenti normativi nazionali e designa la Banca d’Italia e la Consob come autorità competenti per la supervisione del settore.
Cosa cambia sul piano fiscale
Sul piano fiscale, si segna un’evoluzione decisiva in relazione alle aliquote Iva. Dopo una direttiva dell’UE, gli stati membri potranno godere di maggiore flessibilità nell’applicazione delle aliquote ridotte su un ampio spettro di beni e servizi, tra cui alimenti, farmaci, e anche biciclette e mascherine. Questo cambio sul piano legislativo consente di adattare l’imposta sul valore aggiunto alle esigenze specifiche dei cittadini e delle economie nazionali.
Per le multinazionali con sede in Italia, esse dovranno affrontare nuovi obblighi di trasparenza fiscale. Le aziende con un fatturato consolidato che sfori i 750 milioni di euro saranno costretta a pubblicare dati specifichi sulle imposte pagate in ciascun paese dell’UE e nei territori conosciuti come paradisi fiscali. Questa disposizione si pone l’obiettivo di promuovere l’equità fiscale e a contrastare l’elusione fiscale su scala internazionale.
Dunque, la normativa allarga gli obblighi di dichiarazione per i viaggiatori che entrano o escono dall’UE, facendo rientrare una vasta gamma di valori come contanti, carte prepagate e oro. L’obiettivo è quello di rendere più forte i controlli sul movimento transfrontaliero di valori, per evitare il riciclaggio di denaro.