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Insegnanti, nel 2024 aumenta lo stipendio: di quanto e per chi

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Dalma Bonaiti

Vuoi scoprire di quanto aumenterà lo stipendio degli insegnanti nel 2024 e per chi? Tutte le informazioni necessarie per chi vuole conoscere gli aumenti previsti per la categoria scuola.

Gli insegnanti sono una risorsa preziosa per la nostra società e hanno il compito di formare le menti del futuro. Purtroppo, è risaputo che spesso la loro remunerazione non rispecchia l’importanza del loro lavoro. Tuttavia, sembra che ci sia una luce in fondo al tunnel. Nel 2024 è previsto un aumento dello stipendio degli insegnanti, ma di quanto e per chi? In questo post analizziamo le possibili novità e i benefici che potrebbero essere garantiti a questa importante categoria di lavoratori.

Giuseppe Valditara, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, ha infatti annunciato recentemente un incremento nel salario degli insegnanti a partire dal 2024.

Questa misura sarà inclusa nella Legge di Bilancio 2024, che il governo deve approvare entro il 31 dicembre 2023. Questa legge prevede 5 miliardi di euro per il rinnovo contrattuale degli impiegati pubblici, di cui un’ampia quota sarà assegnata ai lavoratori del settore scolastico. Il 16 ottobre, il disegno di legge della manovra riguardante l’incremento salariale per gli insegnanti è stato approvato in Consiglio dei ministri, ed è stato condiviso con la comunità educativa dal Mim.

Tuttavia, l’importo specifico del rialzo salariale dipenderà dall’anzianità di servizio, quindi al momento non si possono fornire cifre precise.

Esaminiamo l’aumento previsto e chi ne beneficerà.

Aumento stipendio insegnanti dal 2024

Da quanto riportato, l’incremento salariale per gli insegnanti dal 2024 potrebbe superare i 1.200 euro lordi, sebbene tale aumento sarà riservato solamente ad alcuni. L’aumento salariale, in generale, dovrebbe toccare 1,5 milioni di lavoratori pubblici, estendendosi ai 670mila, incluso il settore sanitario. Con il rinnovo del contratto triennale 2022-2024, dovrebbe comprendere anche 1,2 milioni di addetti nel settore dell’istruzione.

Secondo quanto previsto dal Messaggero, l’aumento sarebbe suddiviso come segue:

– per i docenti con almeno 8 anni di esperienza, l’incremento sarà di 829,2 euro lordi;
– per chi ha un’anzianità tra 28 e 34 anni, l’incremento sarà di 1.228,1 euro lordi.

È chiaro che le bande di innalzamento salariale degli educatori dovrebbero essere più significative dal 2024 in avanti. Inoltre, queste cifre sono calcolate non solo in base all’esperienza di servizio ma anche in base al livello di istruzione al quale l’insegnante si riferisce. Se le cifre presentate sono legate alla scuola superiore, agli insegnanti delle scuole medie e di scuola elementare dovrebbero essere accordate somme più basse. Per essere più specifici:

– Per gli istruttori delle scuole intermedie, l’incremento salariale sarà tra 829,2 e 1.168 euro lordi.
– Gli importi lordi per gli educatori della scuola elementare e dell’asilo varieranno da 765,6 a 1.056,2 euro all’anno.

Foto | Pavel Danilyuk @Canva – lamiapartitaiva.it

In ogni caso, la differenza nelle somme è determinata dall’esperienza di servizio.

Il Ministro Valditara ha annunciato l’intenzione di elevare lo stipendio degli insegnanti a partire dal 2024, un’informazione inizialmente resa nota dalla Premier Meloni in seguito a un Consiglio dei Ministri. Il Mim ha poi confermato la notizia attraverso un comunicato stampa, esprimendo la decisione del ministro.

L’incremento salariale ha suscitato l’approvazione dell’Anief, uno dei sindacati che si è pronunciato sulla questione. Marcello Pacifico, presidente dell’Anief, ha detto che a partire da gennaio 2024, i docenti avranno un aumento automatico di 100 euro sul loro stipendio mensile. Questo intervento è il risultato di una prolungata campagna di persuasione portata avanti dall’Anief, che ha enfatizzato l’urgenza di queste risorse, considerando che gli stipendi dei docenti sono tra i più bassi rispetto alla media europea.

Rimane da vedere se questo incremento sarà in grado di dare il giusto riconoscimento alla categoria. Nei prossimi mesi, si potrà avere un quadro più chiaro dell’effetto degli aumenti. Nel frattempo, i sindacati persistono nella loro lotta per la stabilizzazione dei docenti precari. Il ministero, dal canto suo, ha già annunciato la realizzazione di due concorsi per il 2023/2024, prima dell’inizio dei nuovi percorsi di abilitazione e reclutamento previsti dal Pnrr a partire dal 2025.

Nuovi corsi abilitanti per docenti

Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm) del 4 agosto 2023, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, stabilisce l’introduzione dei nuovi corsi di formazione per gli insegnanti delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Tali corsi sono essenziali per partecipare ai futuri concorsi annuali per l’assunzione di docenti, come previsto dal piano di riforme per l’implementazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).

Il Dpcm, intitolato “Definizione del percorso universitario e accademico di formazione iniziale dei docenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, ai fini del rispetto degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza”, pubblicato definitivamente il 25 settembre precedente, delinea chiaramente gli organismi abilitati a offrire i corsi di formazione per gli insegnanti. Inoltre, specifica i tempi necessari per ottenere i crediti formativi universitari ed essere ammessi all’esame finale che consente la partecipazione ai concorsi per l’insegnamento e illustra il costo massimo, quindi l’importo a carico degli insegnanti.

Aspettando la pubblicazione del bando del prossimo concorso scolastico della fase transitoria, ci prepariamo a scoprire dove sarà possibile frequentare i corsi di formazione per gli insegnanti, quali saranno i costi e le tempistiche previste dal Dpcm.

I neolaureati possono ora partecipare ai nuovi corsi di abilitazione per diventare docenti. Seguendo questi corsi, dopo una fase transitoria, gli aspiranti docenti potranno accedere ai concorsi per insegnanti.

Questo nuovo sistema di reclutamento comprende:

– Percorso accademico e universitario di formazione iniziale di 60 Cfu/Cfa con esame finale e valutazione.
– Un concorso pubblico nazionale, convocato a livello regionale o interregionale, a cui possono partecipare sia i docenti abilitati che quelli con almeno 3 anni di servizio nelle scuole statali negli ultimi 5 anni, di questi almeno un anno nella specifica classe di concorso di interesse.
– Una volta superato il concorso, è previsto un periodo probatorio di un anno con valutazione finale.

I corsi di formazione iniziale possono essere erogati dai Centri multidisciplinari designati dalle Università e Istituzioni Afam, attraverso un protocollo d’intesa con l’istituzione capo-fila. L’approvazione del percorso formativo e l’accreditamento periodico saranno valutati dal ministero dell’Università e della ricerca, in base al parere dell’Anvur.

Il Dpcm stabilisce alcuni criteri per i percorsi di formazione iniziale:

– Decisione di istituzione e denominazione del percorso formativo.
– Consenso dell’Usr, che garantisce la disponibilità dei luoghi necessari per gli stage.
– Identificazione del direttore del percorso formativo tra i docenti universitari o dell’istituzione Afam, con competenze specifiche nel percorso.
– Descrizione dell’offerta formativa.
– Indicazione dei docenti del percorso formativo, con compiti di insegnamento e tutoraggio, in cui ci sono due docenti di ruolo o a tempo determinato presso l’istituzione superiore di formazione che ha istituito il centro, che sono responsabili individuali di Cfu o Cfa riservati all’insegnamento nelle diverse forme, inclusa quella laboratoriale del percorso formativo.
– Adeguata provisione di aule e laboratori per la formazione.
– Indicazione del massimo numero di studenti ammissibili.

I partecipanti ai corsi di abilitazione possono essere laureati magistrali o equivalenti, oppure studenti iscritti a corsi di laurea magistrale che abbiano acquisito almeno 180 Cfu.

Un numero limitato di posti è riservato a:

– Coloro che hanno 3 anni di servizio.
– Coloro che hanno partecipato al concorso straordinario.
– Coloro che hanno contratti d’insegnamento in percorsi regionali di formazione.

Il Dpcm ha anche stabilito una fase transitoria durante la quale i docenti in possesso di una laurea e 30 Cfu/Cfa ottenuti tramite un corso di abilitazione possono partecipare ai prossimi concorsi scolastici. Mentre per gli insegnanti tecnico pratici (Itp), il titolo di studio valido è il diploma, almeno fino al 31 dicembre 2024.

Dalma Bonaiti

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