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Imu e Tari seconda casa 2023: quando sono previste agevolazioni

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Dalma Bonaiti

Quando si potrà usufruire delle agevolazioni per l’Imu e la Tari sulla seconda casa nel 2023, tutte le informazioni sulle previsioni.

In un momento in cui le tasse rappresentano una delle principali preoccupazioni per i proprietari di seconde case, è importante avere informazioni chiare e precise sulle agevolazioni previste per l’Imu e la Tari nel 2023. In questo articolo, esploreremo tutte le possibili opzioni per l’anno in essere, analizzando i provvedimenti in corso di discussione e le ultime novità in materia fiscale. Se siete proprietari di seconde case, vi consigliamo di approfondire il tema per avere una visione completa e aggiornata sulle possibili agevolazioni a cui potete accedere.

Imu e Tari sono le tasse principali riferite all’immobile. L’Imu è la tassa sulla proprietà più noto in Italia, mentre la Tari è un tributo con cui i contribuenti contribuiscono alle costi della gestione dei rifiuti, piuttosto che essere un vero e proprio corrispettivo.

Quali sono le facilitazioni tributarie per il 2023 in merito all’Imu e la Tari per una seconda casa e chi è idoneo alle esenzioni?

In alcune situazioni, gli individui potrebbero avere l’opportunità di accedere a vantaggi fiscali legati alle tasse e ai tributi che si versano per l’abitazione. Questi vantaggi possono presentarsi come esoneri o diminuzioni, tuttavia per usufruirne è necessario far riferimento alle leggi relative alle abitazioni secondarie. Inoltre, poiché tali pagamenti sono di responsabilità locale, l’indicazione è di restare costantemente informati sulle norme riportate sul sito del Comune dove si trova l’immobile in oggetto, dato che le regolamentazioni, le esenzioni e le diminuzioni potrebbero variare a seconda del Comune. Andiamo a vedere in quali situazioni è previsto l’esonero o la riduzione dell’Imposta Municipale Unica e del tributo per i rifiuti sulle abitazioni secondarie.

Tari seconda casa 2023: quando sono previste agevolazioni

L’esonero della tassa Tari 2023 per le seconde case si applica esclusivamente se l’immobile è indubitabilmente inutilizzabile. Questa esenzione si estende anche alla tassa sui rifiuti per le abitazioni considerate vuote. La filosofia che sta dietro alla normativa Tari è basata sul presupposto che, se un’abitazione non è occupata o risiede in zone ineleggibili per l’uso, non è fattibile generare rifiuti. Ovviamente, l’inutilizzabilità di un immobile deve essere accertabile oggettivamente. Ad esempio, è innegabile che un immobile sia inutilizzabile se manca il collegamento alla rete elettrica, idrica o fognaria, o se è inabitabile o inagibile. Di conseguenza, si ha diritto all’esonero della tassa.

Foto | Pramote Polyamate’s Images @Canva – lamiapartitaiva.it

 

In contrasto con quanto si potrebbe pensare, un edificio collegato ai servizi pubblici è soggetto a tassazione, nonostante possa essere effettivamente inutilizzato per la maggior parte dell’anno o anche per un breve periodo. In generale, i Comuni prevedono una diminuzione delle tasse per le “abitazioni mantenute per uso stagionale o per altri usi limitati e discontinui” (Articolo 1, comma 659, legge 147/2013). Nonostante questi sgravi siano marginali e non tengano conto sia del numero effettivo di residenti che della durata media del soggiorno nell’immobile.

Le normative per determinare l’imposta sui rifiuti possono subire variazioni a seconda della posizione della proprietà (spiaggia, montagna, campagna, metropoli) e della quantità di membri della famiglia. Tuttavia, è comune che l’ente comunale imponga un’imposta basata su dati ipotetici, che possono divergere significativamente dalla realtà concreta. Questo motivo spesso porta a conflitti tra l’amministrazione fiscale e il pagatore di tasse.

Imu seconda casa 2023: quando sono previste agevolazioni

Le regole del 2023 riguardanti l’Imu per la seconda casa prevedono specifiche riduzioni ed esenzioni. La normativa essenziale dell’Imu si focalizza sulla prima casa, o meglio delineata come abitazione primaria. Solo gli edifici appartenenti alle categorie catastali A/1, A/8 e A/9, categorizzati come di lusso, sono soggetti alla tassa. L’abitazione principale si caratterizza come l’immobile dove il soggetto tassato e i membri della sua famiglia vivono e risiedono ufficialmente. L’Imu 2023 prevede anche un’esenzione per le appendici della stessa casa, che rientrano nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7. Tuttavia, questa esenzione ha un vincolo, ovvero può essere applicata a una sola unità pertinenziale per ogni abitazione.

È chiaramente comprensibile che l’Imu è principalmente dovuta per le residenze secondarie oltre alla principale. Tuttavia, esistono situazioni in cui è possibile essere esentati, totalmente o parzialmente, dal suo pagamento. Ci sono molteplici opzioni per i proprietari di case secondarie per beneficiare degli sgravi fiscali dell’Imu nel 2023. Si applica in particolare a case vuote e non occupate, dismesse, o utilizzate solo per brevi periodi dell’anno (come solo nei mesi estivi o invernali).

E’ sempre consigliabile verificare il regolamento comunale applicabile, ma in generale ci sono vari casi in cui l’Imu sulla seconda abitazione può essere ridotta del 50%. Questi includono: abitazioni dichiarate inabili o inabitabili da un professionista qualificato, quindi inutilizzate; immobili di interesse storico o artistico, indipendentemente dall’uso come seconda casa, o se sono in affitto o concessione a terzi; case affittate a un prezzo concordato, in questo caso l’Imu è ridotta al 75%; abitazioni che vengono concesse in comodato a figli o genitori, a patto che il comodante possieda solo un’abitazione e risieda nello stesso comune.

Per questi ultimi, l’Imu viene ridotta del 50%. Per poter beneficiare di questi vantaggi, le case non devono essere di lusso (quindi non appartenere alle categorie catastali A/1, A/8 e A/9) e devono essere concesse in comodato gratuito, con un contratto registrato a figli o genitori che la utilizzano come abitazione principale. Un’altra novità introdotta dalla Legge di Bilancio 2021 riguarda le abitazioni di individui non residenti in Italia: pensionati non residenti in Italia hanno il diritto di pagare l’Imu ridotta del 50% e usufruire di una riduzione di due terzi della Tari, a condizione di soddisfare certi requisiti. La dichiarazione Imu, che deve essere presentata entro il 30 giugno, deve includere un attestato di inabitabilità o inagibilità rilasciato da un tecnico autorizzato.

Il genitore custode dei figli ha diritto all’esenzione Imu sulla precedente abitazione coniugale, anche se non ne è il proprietario. Questa esenzione è concessa per le seconde case quando la casa di famiglia è stata assegnata dal giudice.

Nel 2023, è obbligatorio effettuare il pagamento dell’Imposta municipale unica anche sui terreni di tipo agricolo. Il cronogramma dei pagamenti Imu è facile da memorizzare, dato che segue due date semestrali: il 16 giugno per il primo acconto o la prima rata, il 16 dicembre per la seconda rata o il saldo. Tuttavia, quest’anno poiché il 16 dicembre cade di sabato, la data limite si sposta al lunedì successivo, ossia il 18 dicembre 2023.

Dalma Bonaiti

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