Tasse

IMU, chi paga se i coniugi hanno una residenza diversa? Una nuova sentenza cambia tutto

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Valentina Giungati

I coniugi che si trovano nella condizione di due residenze potrebbero essere confusi anche su quando e in che casi bisogna pagare l’IMU.

La tassa è prevista per le seconde abitazioni, quindi laddove non vi è la propria dimora. Se due coniugi però hanno due residenze differenti, uno nella prima casa e uno nella seconda, di fatto è come se, per ognuno di loro, fosse la prima casa e quindi ne risulterebbe che nessuno debba versare l’IMU in questo modo.

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Nuova sentenza sull’IMU (lamiapartitaiva.it)

In Italia però esiste un ventaglio molto ampio di possibilità che va dalla residenza al domicilio alla dimora abituale. Sono fattispecie diverse che applicano anche delle leggi differenti e quindi oneri fiscali variabili a cui fare attenzione.

IMU: coniugi con residenze diverse, chi paga?

Secondo la legge la regola è sempre stata molto chiara e, a prescindere da dove decidevano di risiedere o essere domiciliati, il beneficio dell’esenzione dell’IMU alla prima casa si applicava solo ad un immobile. Quindi, per ovviare al problema, la legge prevedeva già una disposizione molto chiara, basandosi sul bene del nucleo familiare che rispondeva sempre ad un unico sistema unito.

IMU per i coniugi con due residenze diverse (lamiapartitaiva.it)

Nel 2022 è intervenuta la Corte Costituzionale che non solo ha fatto chiarezza ma ha cambiato un po’ di cose, stabilendo che la norma era illegittima perché di fatto vincolava i coniugi. Con questa si stabilisce il diritto alla doppia esenzione. Per questo motivo, a partire dal 2022 c’è una nuova possibilità offerta dalla legge. I coniugi che si trovano in due condizioni differenti dal punto di vista abitativo, avranno diritto alla doppia esenzione per quanto concerne l’IMU, ognuno per la propria casa. Il tutto deve essere nel rispetto della legge e nei requisiti previsti.

Questa norma è stata adottata perché non possono essere penalizzate persone che si trovano a non vivere insieme, magari per un lavoro che è lontano o un altro motivo. In questo caso coloro che sono sposati o uniti comunque civilmente, devono avere questo beneficio. Ciò non si traduce però in un escamotage da adottare per non pagare l’IMU, in quel caso si va nella frode ed è diverso. Il legislatore ha inoltre l’onere di assicurare alle coppie, sia sposate che unite civilmente, la medesima questione e quindi lo stesso trattamento.

“Le dichiarazioni di illegittimità costituzionale (..) non determinano, in alcun modo, una situazione in cui le cosiddette “seconde case” delle coppie unite in matrimonio o in unione civile ne possano usufruire. Ove queste abbiano la stessa dimora abituale (e quindi principale) l’esenzione spetta una sola volta” si legge nella sentenza proprio per chiarire il punto che è una grande rivoluzione per tutti ma non deve diventare beneficio di pochi “furbi“.

Valentina Giungati

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