Questo cambiamento è dovuto principalmente all’approvazione del decreto Flussi a inizio ottobre e al collegato lavoro
Il panorama lavorativo italiano è in procinto di vivere una significativa trasformazione, soprattutto per quanto riguarda il settore del lavoro stagionale. Questo cambiamento è dovuto principalmente all’approvazione del decreto Flussi a inizio ottobre e al collegato lavoro, che si appresta a ricevere l’approvazione finale a Montecitorio.
Il contratto di lavoro stagionale ha rappresentato negli ultimi anni una soluzione ampiamente utilizzata dalle aziende per rispondere alle esigenze produttive legate alla stagionalità di certi settori, come il turismo e l’agricoltura. Questo tipo di contratto permette infatti un utilizzo flessibile della forza lavoro senza i vincoli tipici dei rinnovi dei contratti a tempo determinato.
Tuttavia, le attività che possono beneficiare di questa forma contrattuale sono limitate e definite da un elenco datato contenuto nel Dpr 1525 del 1963, evidenziando la necessità di un aggiornamento che tenga conto delle evoluzioni del mercato del lavoro.
Il collegato lavoro introduce importanti novità per il settore dei lavoratori stagionali. Un emendamento specifico mira a chiarire e ampliare le possibilità d’impiego sotto questa forma contrattuale. Oltre alle attività già individuate dal Dpr del 1963, vengono ora incluse anche quelle necessarie a fronteggiare intensificazioni delle attività lavorative o esigenze tecniche e produttive legate ai cicli stagionali o ai mercati. Ciò rappresenta un passo avanti verso una maggiore flessibilità nell’utilizzo della forza lavoro in periodi specifici dell’anno.
Le novità non riguardano solo i diretti interessati ma si estendono anche alla somministrazione di lavoro. Infatti, con le nuove disposizioni si prevede l’esclusione dal conteggio dei limiti quantitativi della somministrazione a tempo determinato i casi in cui la somministrazione sia diretta verso lavoratori assunti successivamente a tempo indeterminato o per esigenze particolari quali quelle legate alla stagionalità. Questa modifica potrebbe facilitare l’utilizzo della somministrazione per coprire necessità temporanee senza impattare sui limiti generalmente imposti.
Anche il decreto flussi introduce elementi innovativi significativi per i lavoratori stagionali stranieri regolarmente entrati in Italia. Al termine del rapporto lavorativo non è più prevista l’espulsione automatica ma viene concessa una finestra temporale di 60 giorni per stabilire un nuovo contratto lavorativo all’interno dello stesso permesso già ottenuto. Questo facilita notevolmente la possibilità per questi lavoratori di rimanere nel paese e continuare ad essere parte attiva nel mercato del lavoro italiano senza dover affrontare complesse procedure burocratiche ad ogni cambio occupazionale.
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