Il lavoro è sempre più totalizzante e a volte arriviamo al limite. Ecco come capire se stiamo vivendo un momento di stress lavorativo cronico.
Nell’epoca degli anglicismi imperanti, tanti lo chiamano burnout. Noi lo chiamiamo stress quotidiano da lavoro, che è sempre più comune tra chi, al giorno d’oggi, ha una vita professionale intensa. Sì, è vero, tutti noi lavoriamo. Ma solo alcuni non riescono a trovare il giusto equilibrio. Ecco come gestire lo stress da lavoro, ma ecco, soprattutto, sette segni comuni per capire se siamo arrivati al limite.
Gli studi ci dicono che, sfortunatamente, lo stress dei dipendenti è aumentato negli ultimi dieci anni: oltre un quarto dei dipendenti ha affermato di sperimentare sintomi di burnout a volte, spesso o sempre. Il burnout si riferisce a uno stato di esaurimento fisico ed emotivo cronico che emerge in relazione al posto di lavoro. Se lo stress legato al lavoro non viene gestito regolarmente, può avere conseguenze fisiche, mentali e cognitive.
I sintomi più comuni dello stress lavorativo
Sebbene i sintomi del burnout siano in definitiva legati al lavoro, spesso causano un effetto a catena che si mescola ad altre aree della vita. In primis, l’insonnia: quando siamo stressati per via del lavoro sono comuni i disturbi del sonno e la difficoltà ad addormentarsi e a mantenere il sonno, che possono anche portare ad esaurimento fisico e irritabilità. Potremmo poi avvertire mal di testa, tensione muscolare o altri disturbi fisici. La somatizzazione non si limita a questo, ma anche a problemi gastrointestinali, come nausea, stitichezza e diarrea.
Potremmo poi sentirci distaccati o avere atteggiamenti negativi nei confronti dei colleghi e di ciò che si deve fare. Ciò può essere particolarmente dannoso per coloro che lavorano in dinamiche di squadra. Quando siamo al limite, la nostra attenzione si riduce: la confusione mentale è uno dei modi più comuni in cui si presenta lo stress lavorativo. Si possono anche sperimentare una diminuzione della capacità di attenzione o un indebolimento delle prestazioni cognitive.
Non solo: si potrebbe anche iniziare a sentire che gli sforzi non stanno facendo la differenza, il che può portare a un senso di impotenza o mancanza di motivazione. Una condizione del genere può portare infine alla pericolosa attitudine all’isolamento: potremmo sentirci inclini a ritirarci dai nostri amici e dalla nostra famiglia, e loro potrebbero lamentarsi della nostra mancanza.
Per prevenire il burnout, preliminarmente, pensiamo sempre al nostro benessere. Stabiliamo dei limiti da non oltrepassare. Può essere utile parlarne con i colleghi, ma anche con i nostri superiori. Possono essere utili anche tecniche di rilassamento come la meditazione e lo yoga. Quando si tratta di burnout, la migliore forma di trattamento è la prevenzione. Una volta essersi resi conto del problema che si sta vivendo, bisogna dover aumentare l’intensità dell’approccio alla routine di cura di se stessi. Ricordiamoci comunque che bisognerebbe sempre rivolgersi a uno specialista che possa garantirci una corretta terapia.