Hai un vecchio sacchetto di monetine tenute per ricordo? Controlla se hai una di queste 5 lire e potresti fare una fortuna!
Di padre in figlio: stessi poteri, altrettante responsabilità . Alcune di esse francamente impossibili da spiegare. Un po’ come chi è nato nei favolosi anni ’80-90 e non poteva comprendere come si viveva con uno stipendio da una lira, e i centesimi avevano un prezzo molto più alto di quello di adesso.
Come spiegare ai nuovi “Bro“, alla Gen Z che prima degli euro c’erano le lire in Italia, e volendo per andare in Spagna si dovevano cambiare le lire in pesetas, in Germania col marco, in Olanda col fiorino. Figuriamoci cosa possono capire loro che comprano online, con PayPal da giovanissimi, in cerca di crypto e altre monete virtuali con i più disparati animaletti.
Meglio non spiegare, a meno che non ce lo chiedono loro. Meglio soprattutto pensare a dare una sbirciatina a quel salvadanaio differente dal wallet, o a quel sacchetto dove abbiamo messo le lire del vecchio conio. Una vecchia 5 lire nel segmento di mercato della numismatica, ha ancora un suo perché, a volte può valere anche migliaia di euro.
5 lire, un tuffo nel passato per un futuro probabilmente migliore (e di molto)
L’Italia aderì al Fondo Monetario Internazionale nel 1947 e nel 1960 ripristinò la convertibilità aurea della lira, con un rapporto di conversione di 1,42187 mg d’oro per lira, equivalente a 625 lire per dollaro. Molto meno dei nostri euro. Le lire del vecchio conio durarono fino a inizio 1999 in Italia, quando entrò in vigore il tanto chiacchierato euro, con annesse calcolatrici (ve le ricordate?) per capire quanto stavamo spendendo, fondamentalmente per non farci gabbare.
Così le lire finirono alcune in banca, altre dentro quel salvadanaio o quel sacchettino di plastica trasparente per poterle vedere. Aguzzate la vista, vi conviene, per due motivi: non avete nulla da perdere, se trovate (in buono od ottimo stato) queste 5 lire, potreste svoltare.
Le 5 lire del 1946, l’anno della prima moneta di questo taglio coniata, sono state storiche di suo, una delle più diffuse per molti decenni. Sul rovescio un grappolo d’uva, sul dritto il profilo di una donna con in mano una fiaccola. Ebbene, la versione rara, realizzata in alluminio magnesio è stata venduta a oltre mille euro, 1200 per l’esattezza. Con le 5 lire italiane del 1956, quelle con l’iconico delfino, sempre se conservate perfettamente possono arrivare anche a duemila euro. Come è possibile? Ne furono coniate in soli 400 mila esemplari: correte a fare un salto nel passato, il futuro potrebbe essere davvero migliore.