Per effetto della rivalutazione all’inflazione, ci sarà un aumento degli importi delle pensioni. Di quanto aumenteranno le prestazioni?
Con molta probabilità, l’indice di perequazione automatica delle pensioni sarà del 5,4%. Di conseguenza, la rivalutazione degli assegni del prossimo anno seguirà tale percentuale.
Si tratta di un’operazione che viene effettuata per adeguare le prestazioni al costo della vita, sulla base dell’andamento dell’inflazione registrato ogni anno dall’ISTAT. Per effetto di tale meccanismo, l’ammontare degli assegni aumenta in maniera costante.
L’incremento, tuttavia, non è uguale per tutti ma varia a seconda della fascia di reddito pensionistico alla quale si appartiene.
Beneficiano della perequazione automatica i titolari di tutte le pensioni erogate dall’INPS, sia delle pensioni dirette sia di quelle destinate ai superstiti.
Sono, invece, escluse dalla manovra i sussidi di accompagnamento alla pensione, come l’Ape Sociale e l’indennizzo per cessazione dell’attività commerciale, e le prestazioni come l’invalidità civile, la pensione sociale, le pensioni per le vittime del terrorismo.
Il punto di partenza per il calcolo degli scaglioni è il trattamento minimo che, attualmente, ammonta a 567,94 euro. Solo gli assegni lordi fino a 4 volte tale cifra, però, vedranno la rivalutazione piena al 100%.
Aumento di tutte le pensioni nel 2024: come si calcolano i nuovi importi?
Se verrà confermato l’indice di perequazione del 5,4%, la pensione minima del 2024 salirà a 598,61 euro.
L’Assegno Sociale, invece, che ora è pari a 503,27 euro, ammonterà complessivamente a 534,40 euro.
Per quanto riguarda tutte le altre pensioni, dal 1° gennaio 2024, applicando l’aumento del 5,4%, si avranno i seguenti importi:
- pensioni fino a 4 volte il minimo (pari a 2.272 euro lordi): saranno le uniche ad avere una rivalutazione al 100%, ossia del 5,4%;
- pensioni tra 4 e 5 volte il minimo (cioè da 2.272 a 2.840 euro lordi): l’indicizzazione sarà all’85% e, dunque, aumenteranno del 4,6%;
- pensioni tra 5 e 6 volte il minimo (da 2.840 a 3.308 euro lordi): l’indicizzazione sarà al 53% e si innalzeranno del 2,9%;
- pensioni tra 6 e 8 volte il minimo (da 3.308 a 4.544 euro lordi): l’indicizzazione sarà al 47%, quindi la rivalutazione ammonterà al 2,5%;
- pensioni tra 8 e 10 volte il minimo (da 4.544 euro a 5.679 euro lordi): l’indicizzazione sarà al 37% e, dunque, saliranno del 2%;
- pensioni superiori a 10 volte il minimo (cioè maggiori di 5. 680 euro lordi): sono quelle maggiormente penalizzate, perché prevedono un’indicizzazione al 22%. Di conseguenza, l’aumento sarà solo dell’1,2%. Per fare un esempio, una pensione che ammonta a 6 mila euro, il prossimo anno aumenterà di soli 72 euro al mese.
Se una prestazione si trova al limite di uno scaglione, se con la rivalutazione non arriva al minimo della fascia successiva, si applica la percentuale di incremento prevista per lo scaglione precedente.
Per le prestazioni che si trovano a cavallo tra due scaglioni, verrà applicata la percentuale più conveniente.