Economia

Forniture luce, cosa rischi davvero per il recesso anticipato: la cifra da sborsare se cambi idea

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Claudio Rossi

Con il passaggio dal mercato tutelato a quello libero, molte famiglie si troveranno a dover affrontare tariffe meno vantaggiose e nuove spese.

Con l’entrata in vigore del mercato libero dell’energia, molte famiglie si preparano ad affrontare nuove sfide e, purtroppo, anche nuovi costi. Tra le novità più controverse ci sono gli oneri di recesso anticipato, una sorta di “tassa” che i fornitori possono addebitare alle famiglie che desiderano cambiare operatore prima della scadenza del contratto per ottenere tariffe più convenienti.

Forniture luce: attenzione ai costi di recesso – (lamiapartitaiva.it)

Preliminarmente, il consiglio che vi diamo dice che prima di sottoscrivere un contratto di fornitura energetica sia fondamentale controllare se sono previste penali di recesso e qual è l’importo massimo da pagare. Ogni fornitore deve rispettare le regole stabilite dall’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (Arera) e indicare chiaramente l’importo massimo della penale nel contratto. 

Un prezzo bloccato che inizialmente potrebbe sembrare conveniente non è detto che lo sia per tutto il periodo. Mentre il mercato libero dell’energia offre la possibilità di scegliere tra diverse offerte e tariffe, è importante per i consumatori essere consapevoli dei potenziali costi aggiuntivi, come gli oneri di recesso anticipato. Prima di prendere una decisione, è consigliabile valutare attentamente le condizioni del contratto e le eventuali penali previste.

Forniture luce, cosa rischi davvero per il recesso anticipato

Con il passaggio dal mercato tutelato a quello libero, molte famiglie si troveranno a dover affrontare tariffe meno vantaggiose e nuove spese. Gli oneri di recesso anticipato, introdotti dal 1° gennaio 2024, rappresentano un ulteriore ostacolo per coloro che cercano di ridurre i costi dell’energia.

Fornitura luce: cosa rischi col recesso anticipato? – (lamiapartitaiva.it)

A differenza del mercato tutelato dove le tariffe si aggiornano ogni 3 mesi, con il rischio di aumenti ma anche di ribassi, nel mercato libero si può stare tranquilli per un periodo che a seconda del contratto può essere di 12 o 24 mesi.

Un aspetto importante da considerare è che i contratti a prezzo bloccato, se inizialmente sembrano offrire sicurezza contro le fluttuazioni del mercato, possono in realtà limitare la capacità di risparmiare. I fornitori di energia hanno ora la facoltà di applicare penali ai clienti che decidono di cambiare operatore prima della scadenza del contratto.

Questa nuova normativa ha generato forti critiche da parte delle associazioni per la tutela dei consumatori, che la considerano ingiusta e dannosa per i consumatori. Nonostante le richieste avanzate al governo e al parlamento, l’articolo 7, comma 5 del Decreto Legislativo n. 210 dell’8 novembre 2021, che prevede la possibilità di applicare penali ai clienti in caso di recesso anticipato, è rimasto in vigore.

Claudio Rossi

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