Il 2023 è stato l’anno della rinascita della previdenza integrativa: tutti vogliono i fondi per le pensioni per i rendimenti sopra la media.
Per PIP si intende un piano individuale pensionistico, ossia una speciale forma di fondi complementari per le pensioni da realizzare attraverso dei contratti di assicurazione sulla vita. Di norma è possibile aderire a un piano del genere solo su base individuale, indipendentemente dall’attività lavorativa. Secondo l’ultimo monitoraggio della COVIP, la commissione di vigilanza sui fondi pensione, gli iscritti a tali piani sono aumentati nel 2023 del 4%: in tutto sono 9,6 milioni i contribuenti che hanno aperto un PIP.
Da cosa dipende questo successo? Principalmente dal fatto che i piani individuali pensionistici nell’ultimo anno si sono rivalutati dell’8,3%. In pratica, chi investe oggi su simili fondi per le pensioni può aspettarsi un’integrazione più alta del previsto al momento della pensione. Detta in altri termini, è meglio puntare sui PIP che sul TFR.
Nella fattispecie, i fondi aperti sono saliti del 7,9%, i negoziali, invece, del 6,7%. L’incremento è in tutti questi casi palesemente superiore a quello del TFR (trattamento di fine rapporto), che ha raggiunto solo l’1,6% in più nel rendimento. La tendenza non riguarda solo l’ultimo anno.
Negli ultimi dieci anni, i rendimenti medi annui composti delle linee con maggiore esposizione azionaria sono sempre cresciuti tra il 4% e il 4,5%. E ciò vale per tutte le tipologie di forme pensionistiche. Con le linee bilanciate, c’è un aumento nel rendimento tra il 2% e il 3%.
I fondi per le pensioni con linee garantite e obbligazionarie hanno registrato invece risultati vicini allo zero. Le gestioni separate di ramo I dei PIP hanno ottenuto un rendimento più incoraggiante: pari all’1,8%. Il boom si è invece avuto con i fondi a maggior esposizione azionaria: in questi casi i rendimenti hanno sempre superato il 10%.
Investire nei fondi per la pensione i PIP meglio del TFR
Per essere più precisi, si è arrivati al 10% nei fondi negoziali. L’incremento sale all’11,3% nei fondi aperti e all’11,4% nei PIP. Nelle linee bilanciate c’è un incremento al 7,1% nei PIP. Ma la notizia importante è che i rendimenti dei fondi per le pensioni sono tornati a essere superiori a quelli del TFR.
L’ultimo rapporto COVIP sulla previdenza complementare rivela appunto che i PIP ora risultano convenienti rispetto al trattamento di fine rapporto. La commissione spiega che c’è stata una ripresa generale e significativa dopo la parentesi negativa degli anni del Covid.
Le risorse destinate alle prestazioni salgono a un +8,2%, toccando i 222,6 miliardi di euro. Ai contribuenti interessa però soprattutto un altro dato. E cioè quello relativo ai rendimenti, che hanno mostrato una vera e propria impennata. Il solido 8,3% per i PIP nuovi spingerà molte persone a prendere in considerazione le pensioni integrative.