Con un avviso imprevisto l’INPS ha nelle scorse ore messo in allarme tantissime famiglie italiane: si paventa la fine degli aiuti.
Confusione e poi paura. In tante famiglie hanno davvero temuto di essere state abbandonate del tutto dallo Stato e, per di più, prese in giro da una burocrazia invadente e troppo cinica. L’allarme si è diffuso in fretta e si è addirittura parlato di una fine generalizzata degli aiuti forniti dallo Stato a milioni di famiglie italiane. Che cosa è successo? Tutto nasce da un SMS inviato dall’INPS ai percettori di un aiuto fondamentale, che offre copertura in diversi scenari familiari, raggiungendo quindi buona parte della popolazione italiana.
Parliamo dell’assegno unico universale (AUU), il sostegno che riunisce in sé vari contributi già esistenti. L’assegno unico semplifica quindi le agevolazioni e i sussidi più diffusi, riducendo a un unico aiuto gli assegni familiari per i lavoratori dipendenti, le detrazioni per i figli a carico, il bonus bebè e le varie maggiorazioni per le famiglie numerose.
Ebbene, tantissimi percettori dell’assegno unico hanno ricevuto dall’INPS un SMS assai lapidario e spiazzante. “Si informa che la domanda di Assegno unico è decaduta”, c’era scritto nel messaggio. Qualcuno ha pensato a una frode telefonica. Ma il mittente (InpsInforma) e il link allegato rimandavano proprio all’INPS e alle sue comunicazioni ufficiali.
Ecco perché in tanti hanno pensato di aver perso l’assegno unico e di dover affrontare la fine definitiva degli aiuti. Tantissime famiglie che godono dell’assegno (il cui importo base è di massimo 200 euro per figlio, e tramite le varie maggiorazioni fino a 350 euro per ogni figlio) hanno interpretato il messaggio come un duro colpo. E non poteva essere altrimenti.
No, l’assegno unico non è stato cancellato. L’INPS, rendendosi conto della confusione generata dall’SMS, ha voluto spiegare che cos’è successo. Così sul sito ufficiale dell’Istituto è apparso un comunicato che prova a tranquillizzare le tante famiglie destinatarie del messaggio.
L’annuncio della decadenza dell’assegno unico si riferisce alle annualità 2023 e concerne quelle domande per cui la richiesta dell’assegno unico universale non andava presentata. Perché? Fondamentalmente perché la famiglia interessata risultava essere già beneficiaria di Reddito di cittadinanza.
Con l’RdC l’aiuto dell’assegno di inclusione era erogato in automatico: i soldi finivano senza richiesta sulla Carta Adi, in base alle informazioni già in possesso dell’Istituto. E in molti casi il valore dell’assegno unico veniva anche tagliato, in quanto scorporato della quota già riconosciuta ai figli con il reddito di cittadinanza.
Evidentemente, però, molte famiglie che godevano del reddito di cittadinanza hanno comunque fatto domanda per avere anche l’assegno di inclusione. E tutte queste domande sono state fatte decadere. Tale decadenza non è assoluta: riguarda le posizioni passate e quindi, come spiega l’INPS, non comporta alcuna conseguenza sui pagamenti futuri.
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