Per evitare di andare nel panico a causa di una fattura elettronica errata occorre conoscere i passaggi da seguire per correggerla.
Tutti i titolari di Partita IVA appartenenti al regime forfettario hanno dal 1° gennaio 2024 l’obbligo di fatturazione elettronica. Trattandosi di una novità può capitare che si commettano errori di compilazione ma non bisogna preoccuparsi. Allo sbaglio c’è rimedio, vediamo qualche esempio pratico.
Dal 1° gennaio 2024 vige l’obbligo di fatturazione elettronica per tutti i contribuenti in regime forfettario secondo quanto previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Indipendentemente dai ricavi/compensi occorre redigere la fattura elettronica per ogni pagamento entro dodici giorni dall’operazione di riferimento in caso di fattura elettronica immediata oppure entro il giorno 15 del mese successivo se differita.
Qualora non si ottemperasse all’obbligo si andrebbe incontro a sanzioni di importo compreso tra il 5 e il 10% dell’imposta dei corrispettivi non registrati se le operazioni non sono imponibili oppure tra 250 e 2 mila euro in caso di violazione non incidente sulla corretta liquidazione del tributo. Può capitare di commettere errori di fatturazione se si è alle prime armi. L’importante è saper correggerli e sistemare la propria posizione per evitare sanzionamenti.
Come correggere una fattura elettronica errata: i casi
Iniziamo dal caso più semplice. Ci si accorge dello sbaglio prima dell’invio. Basterà correggerla senza modificare il numero della fattura e poi procedere con l’inoltro. Se, invece, l’invio dovesse già essere stato effettuato ma il Sistema di Interscambio l’ha scartata entro cinque giorni allora c’è un errore da correggere. Potrebbe riguardare il contenuto del file, la firma, il formato del documento. Il motivo si ritrova nella notifica di scarto inviata dal SdI.
La fattura dovrà essere corretta entro cinque giorni e rinviata corretta con stesso numero e data oppure cambiando questi dettagli. Accorgendosi dell’errore prima dello scarto, invece, meglio attendere l’esito dei controlli del Sistema. Se l’errore viene rilevato solo dopo che il destinatario l’ha ricevuta occorre sapere che la fattura non potrà essere modificata. Sarà dunque necessario emettere una nota di credito o debito rettificando la fattura emessa. Questo se l’errore è nell’importo.
Per un indirizzo PEC sbagliato basterà avvisare il cliente. Stesso discorso per l’IBAN su cui ricevere il pagamento o se l’errore riguarda i campi facoltativi della fattura. Concludiamo con il caso in cui la Pubblica Amministrazione rifiuti una fattura. Se con notifica di esito negativa basterà modificarla e inviarla corretta al SdI mantenendo data e numero mentre se il rifiuto è successivo all’accettazione si dovrà procedere con una nota di credito con storno della fattura errata per poi inviarne una nuova corretta.