Erbazzone, solo in provincia di Reggio Emilia: il Tar del Lazio decide sulla battaglia legale

La diatriba legale riguardante il riconoscimento dell’IGP per l’erbazzone, tradizionale torta salata emiliana, ha finalmente trovato una conclusione. Il Tar del Lazio, con la sua recentissima sentenza, ha stabilito che solo la provincia di Reggio Emilia può utilizzare la denominazione “erbazzone”, ponendo così fine a una discussione che coinvolgeva anche una realtà piemontese. La vicenda ha messo in risalto non solo l’importanza del marchio IGP per la tutela dei prodotti tipici ma anche le dinamiche che regolano il mercato alimentare.

La nascita della disputa legale

La questione è emersa nel 2017, quando l’azienda piemontese Sfoglia Torino, con sede a Buttigliera d’Asti, ha acquistato la Righi, storica realtà emiliana tra i maggiori produttori di erbazzone. Con l’intento di diversificare la produzione, Sfoglia Torino ha cercato di trasferire parte della produzione nella propria regione. Questo cambiamento ha sollevato la sospettosa reazione di alcuni produttori reggiani, i quali hanno avviato le pratiche per richiedere il marchio IGP. La richiesta è stata presentata dapprima alla Regione Emilia-Romagna e successivamente al ministero dell’Agricoltura.

Nel dicembre 2023, il ministero dell’Agricoltura ha ufficializzato il riconoscimento della denominazione di origine per l’erbazzone, limitando la zona di produzione esclusivamente alla provincia di Reggio Emilia. Questo riconoscimento ha ricevuto grande sostegno dai produttori locali, i quali hanno visto una chiara rivalutazione delle loro tradizioni gastronomiche. Tuttavia, questa limitazione territoriale ha portato a una reazione immediata da parte di Sfoglia Torino, che ha presentato ricorso davanti al Tar del Lazio.

La battaglia legale e le sue implicazioni

La lotta per la tutela dell’erbazzone ha visto contrapporsi i produttori locali a una grande azienda del nord Italia. I produttori reggiani hanno dato vita all’Associazione produttori erbazzone reggiano, organizzandosi per difendere non solo la loro attività economica ma anche il patrimonio culturale legato a questa tipica specialità emiliana. La battaglia legale ha messo in evidenza le difficoltà che le piccole produzioni locali affrontano quando si trovano a dover competere con aziende più grandi che tentano di espandere il loro dominio commerciale.

Il confronto si è intensificato fino a quando il Tar del Lazio ha finalmente emesso la sua sentenza a inizio 2025, a favore dei produttori reggiani. Il tribunale ha respinto il ricorso di Sfoglia Torino, confermando che l’IGP dell’erbazzone è riservato alla provincia di Reggio Emilia, dando quindi un importante supporto ai diritti dei produttori locali.

Questo esito non è solo una vittoria per i produttori di erbazzone, ma rappresenta anche una vittoria simbolica per la protezione delle tradizioni gastronomiche italiane. La sentenza evidenzia l’importanza dei marchi di origine nel mantenere viva la cultura gastronomica regionale, tutelando al contempo la qualità del prodotto.

Prossimi passi e il futuro dell’erbazzone IGP

Ora che il Tar ha fatto chiarezza sulla questione, il passo finale consiste nell’ottenere il consenso definitivo da parte della Commissione europea per il riconoscimento ufficiale dell’IGP per l’erbazzone. Questo passaggio è fondamentale per garantire la protezione a livello europeo e permettere ai produttori reggiani di valorizzare le proprie specialità.

Il mantenimento dell’erbazzone come prodotto esclusivo della provincia di Reggio Emilia rappresenta un’opportunità unica per i produttori di rispondere alla crescente domanda di prodotti tipici e di qualità. Con questo status, i produttori possono adottare strategie di marketing mirate per promuovere non solo il loro prodotto, ma anche il territorio da cui proviene. Il sostegno all’economia locale è un vantaggio non indifferente e incoraggia pratiche di consumo consapevole tra i consumatori.

L’erbazzone, dunque, non è solo un piatto prelibato ma una vera e propria bandiera della gastronomia di Reggio Emilia che, grazie a questa sentenza, potrà continuare a essere apprezzato e riconosciuto per il suo valore culturale e storico.

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