Aprire una Partita Iva in Italia è da sempre considerato qualcosa di molto poco conveniente, ma esistono delle eccezioni: scopriamole insieme.
Nel nostro Paese i lavoratori autonomi si trovano spesso a pagare tantissime tasse a fronte di guadagni quasi irrisori. I lavoratori dipendenti hanno “vita più facile“, perché tutti gli oneri vengono detratti dalla busta paga e ciò che rimane è il netto da usare per le proprie esigenze.
Le Partite Iva hanno miriadi di scadenze e a seconda del tipo di attività spesso le procedure burocratiche sono anche complesse; serve un commercialista che, di conseguenza, fa uscire dal portafogli altri soldi. E poi c’è il “nodo INPS”, perché come sappiamo tutti sono obbligati a versare i contributi per andare in pensione.
Esistono due casistiche molto particolari, però, che permettono al titolare della Partita Iva di non pagare l’INPS, anche se si tratta di casi-limite a cui tutti, purtroppo, non possono aspirare.
Partita Iva senza spese INPS, ecco quando è possibile
Quando si pensa alla Partita Iva ci si immagina un’azienda e ciò è assolutamente vero, ma esistono tante attività autonome che non possono certo dichiararsi come grandi imprese.
Spesso chi apre una Partita Iva è perché desidera arrotondare lo stipendio con qualche lavoretto freelance, ed è un caso molto frequente. Sappiamo che la Legge consente a un lavoratore dipendente di aprire anche una Partita Iva. In questo caso, il dipendente non pagherà l’INPS, perché lo fa già tramite il datore di lavoro.
L’unica cosa da ricordare è che bisogna “avvertire” l’Istituto di Previdenza, comunicandogli gli estremi del contratto di lavoro. A quel punto si è esonerati dal pagamento dei contributi. Attenzione però anche al caso in cui il lavoro subordinato sia Part-Time, perché in questo caso la procedura diventa più complessa.
La seconda situazione in cui si può avere una leggera speranza è quella di aprire una Partita Iva come lavoratore autonomo. In questo caso il professionista paga in base a quanto guadagna, e dunque se il guadagno è zero non si pagano nemmeno i contributi all’INPS. Più che altro, anche quando c’è un guadagno, si può avere del tempo in più per pagare quanto dovuto, perché – facendo un esempio concreto – se apriamo una Partita Iva nel mese di gennaio, i contributi andranno pagati a giungo dell’anno successivo.
Dunque in realtà sono davvero poche le possibilità di non versare gli oneri all’Istituto di Previdenza, nemmeno se decidessimo di rinunciare alla pensione di vecchiaia. Perché al momento per Legge questa opzione non è concessa.