La pace fiscale promessa dal Governo Meloni ha convinto a metà, ma ora il suo massimo ispiratore punta a una nuova pace: quella edilizia.
Non un vero e proprio condono: Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture, ha messo le mani avanti. La sua nuova proposta rilancia sì il concetto di condono edilizio ma solo a proposito di un preciso e limitato ambito applicativo. E per arginare ogni possibile deriva tendente alla sanatoria delle gravi forme di abusivismo (che in molti casi hanno causato morti: vedi il terremoto di Casamicciola, a Ischia), Salvini ha già precisato di voler trattare solo il riordino e la riforma della normativa sull’edilizia.
La pace edilizia di cui si discute dovrebbe dunque sorgere come una riforma burocratica, attraverso un passaggio chiave: la volontà di trasformare il testo unico dell’edilizia in un testo unico delle costruzioni. Il centro concettuale del progetto è rappresentato dalle tolleranze costruttive.
Il ministro delle infrastrutture pensa dunque a un condono che possa essere utile a risolvere tutte quelle piccole discrepanze che vengono a galla tra le risultanze catastali e la situazione reale di un immobile. Perché? Fondamentalmente perché tali discrepanze rappresentano spesso un ostacolo insormontabile in molti atti di compravendita.
Salvini ha definito questo provvedimento un’operazione verità. E ha già esplicitamente collegato il progetto di un condono al concetto, a lui caro, di pace fiscale. Proprio Salvini è colui che ha fortemente voluto l’introduzione di misure che consentissero ai contribuenti di regolarizzare la propria posizione con il fisco, versando le imposte dovute senza applicazione di sanzioni e interessi.
La sua iniziativa è andata bene a metà. Anche perché proprio Salvini ha annunciato nuove rottamazioni dopo che il Governo aveva appena aperto la rottamazione quarter. Con il risultato che in tantissimi hanno aderiti ma in pochi hanno effettivamente pagato.
La pace edilizia per ora è solo un provvedimento allo studio, ed è presto per sbilanciarsi sul suo contenuto. Dalle dichiarazioni di Salvini è chiaro che si voglia puntare a permettere di sanare esclusivamente piccoli abusi edilizi interni all’immobile.
In questo senso il condono non dovrebbe riguardare abusi che consistono nella costruzione abusiva su terreni soggetti a dissesto idrogeologico, oppure con vincoli ambientali, paesaggistici e culturali. Lo Stato mirerebbe ai aiutare i soggetti interessati a regolarizzare abusi accessori e non strutturali. E ovviamente punterebbe anche a far cassa.
A detta del leader della Lega nessuno sta pensando a una sanatoria riguardante i gravi abusi edilizi. La pace edilizia dovrebbe funzionare più come uno strumento per alleggerire gli uffici comunali di tutte le pratiche in sospeso e favorire gli italiani che hanno bisogno di sanare “piccole” irregolarità.
E quali dovrebbero essere queste piccole irregolarità? Fondamentalmente si potrebbe parlare di minime trasgressioni al rispetto dell’altezza, dei distacchi, della cubatura, della superficie coperta e di altri parametri sensibili nelle singole unità immobiliari nel limite del 2% delle misure previste.
Salvini propone dunque un mini-condono, applicabile a tutte le difformità interne delle abitazioni che si profilano come discrepanze accessorie e non strutturali rispetto alle piantine catastali. Per via di queste “irregolarità”, infatti, succede spesso che le pratiche di compravendita subiscano uno stop. Anche perché gli uffici tecnici comunali sono letteralmente sommersi da pratiche di questo tipo.
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