Non tutti lo sanno, ma le cartelle esattoriali possono essere cancellate dopo sei mesi, ecco come e quando questo può accadere, così da sapere come regolarsi.
Ricevere una o più cartelle esattoriali non fa certamente piacere a nessuno, proprio perché si tratta di un documento inviato dall’Agenzia delle Entrate ai contribuenti che hanno un debito da pagare nei confronti degli utenti. A partire dal giorno della notifica, dovranno essere calcolati altri 60 giorni per poter saldare il conto, se questo non dovesse accadere l’importo è destinato inevitabilmente a crescere a causa di interessi, oneri di riscossione ed eventuali spese legate al mancato pagamento o al pagamento in ritardo.
La situazione è però destinata a cambiare e in maniera favorevole per alcuni utenti. Nella nuova riforma della riscossione è previsto infatti che alcune cartelle esattoriali possano essere cancellate dopo sei mesi, anche se solo se dovessero verificarsi alcune condizioni.
La nuova riforma della riscossione entrerà in vigore a partire dal 2025 e prevederà diversi aspetti positivi per alcuni utenti che possono essere tormentati da alcuni debiti, ma che possono essere in difficoltà a saldarli. Qui viene infatti stabilita una procedura che viene definita “discarico automatico”, che porta alla cancellazione delle cartelle esattoriali dopo soli sei mesi, mentre prima per arrivare a quel punto erano necessari cinque anni.
Chi pensa che questa normativa possa essere un incentivo a non pagare dovrebbe però ricredersi. Il debito viene però cancellato solamente se non è stato possibile riuscire a riscuoterlo. Qualora non si è risuciti a regolarizzare la posizione nell’arco di cinque anni, scatta appunto il discarico automatico del ruolo, che viene così trasferito all’ente che ha un credito da riscattare. A quel punto spetta parte decidere se affidarsi allo stesso agente di riscossione o a un altro. In alcuni casi si può comunque decidere che il debito venga cancellato, se ci si dovesse rendere conto di non riuscire in alcun modo a ricevere la somma dovuta.
Ci sono però effettivamente delle situazioni in cui il debito notificato nelle cartelle esattoriali può essere davvero cancellato dopo soli sei mesi. Qualora si verifichino problemi, l’Agenzia delle Entrate può prendere contatto con l’Anagrafe tributaria per capire se ha beni di sua proprietà. In caso favorevole questi possono essere pignorati, in caso contrario se risulta essere nullatenente è possibile restituire in anticipo il ruolo assegnato all’ente impositore che vanta il credito.
L’obiettivo che si vuole raggiungere con questo provvedimento è quello di ridurre tempo e denaro quando ci si rende conto non ci sia alcuna possibilità di ottenere la cifra prevista. A livello giuridico, però, chi ha un debito dovrebbe rispondere con i suoi beni, eventualmente anche futuri, per questo non sarebbe detto in linea teorica che chi non può pagare oggi non possa farlo in futuro.
Non è escluso, ad esempio, che in futuro chi non ha nulla possa ricevere qualcosa in eredità, che permetterebbe di saldare la propria posizione.
Alcuni inoltre potrebbero ritenere la normativa iniqua rispetto a chi ha beni intestatati, chiamato inevitabilmente a saldare il conto anche se questo potrebbe farlo finire con l’acqua alla gola dopo averlo fatto. Nell’arco dei cinque anni si continuerà comunque a vigillare per capire se la situazione possa cambiare, così da intervenire.
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