A cosa bisogna prestare attenzione quando si chiedono prestiti o mutui? Ecco come difendersi in caso di inadempienza.
Privati e professionisti potrebbero facilmente indebitarsi a causa di spese ingenti inevitabili. Si tratta, però, di una situazione molto pericolosa perché, ai sensi dell’art. 2740 del codice civile, il debitore, in caso di inadempimento, risponde con tutti i suoi beni presenti e futuri.
I debiti scaduti, inoltre, fanno sorgere una serie di spese di recupero e di interessi di mora, che aggravano la posizione del singolo. Nei casi di insolvenza prolungata, il debitore può subire il pignoramento dei beni mobili e immobili.
La regola principale per non indebitarsi quando si richiede un mutuo, un prestito o un finanziamento è di non eccedere un terzo dei redditi medi mensili percepiti. Ma quali sono i rimedi legali a tutela dei debitori? Scopriamoli.
Aiuti per i debitori: quali sono i più convenienti?
I soggetti che hanno stipulato un mutuo o un prestito con un istituto di credito e che non riescono a pagare le rate perché divenute eccessivamente onerose (nel caso di tassi variabili), possono tentare la rinegoziazione delle condizioni di finanziamento con la banca. Un’alternativa è la cd. portabilità del mutuo, tramite la surroga presso un altro istituto di credito, per ottenere clausole più convenienti.
Coloro che, invece, hanno perso il lavoro e hanno stipulato un mutuo del valore massimo di 250 mila euro per acquistare la prima casa possono chiedere la sospensione del mutuo per 18 mesi e beneficiare del Fondo di solidarietà istituito dalla Legge Gasparrini. In ogni caso, per evitare debiti in seguito alla stipula di mutui, prestiti e finanziamenti, è preferibile optare sempre per quelli a tasso fisso.
Molti, poi, commettono l’errore di non considerare la pericolosità delle carte di credito collegate al conto corrente. A differenza delle carte di debito, che necessitano della giacenza sul conto del denaro che si intende utilizzare, con le carte di credito le banche concedono un anticipo della somma. Gli interessi per la restituzione dell’importo, però, possono essere molto alti.
Attenzione anche agli assegni postdatati o privi di data, perché si rischia di non possedere denaro sufficiente sul conto al momento dell’incasso e, quindi, di pagare delle sanzioni. Per coloro che hanno già ingenti debiti accumulati, esiste l’esdebitazione totale o parziale. Se c’è un unico creditore, si possono chiedere la transazione e il saldo e stralcio, per rimuovere, almeno in parte, l’ammontare del debito oppure beneficiare di una rateizzazione di pagamento.
La Legge sul sovraindebitamento (cd. Legge salvasuicidi), infine, offre ulteriori soluzioni a coloro che hanno debiti molto elevati e numerosi creditori, soprattutto quando c’è il rischio dell’esecuzione forzata. Lo strumento più diffuso è il piano di rientro, diretto alla riduzione dell’importo complessivo del debito, redatto sulla base delle reali possibilità economiche dell’interessato.