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Da Gennaio 2024 arriva la tassa minima del 15%: di cosa si tratta?

È stata battezzata “Global Minimum Tax”, verrà attivata a partire dal 2024 ed applicata a multinazionali e grandi gruppi industriali. Ecco i dettagli.

Il gettito stimato a cui la misura condurrebbe sarebbe pari a circa 2 o 3 miliardi di Euro: si tratta della “Global Minimum Tax”, una tassa minima da applicare a multinazionali e grandi gruppi industriali a partire dal 2024. Il provvedimento deriva da una direttiva europea, giunta lo scorso 14 Dicembre 2022 e risultato di un accordo tra i Paesi OCSE ed i Paesi inclusi nel G20, per un totale di ben 139 Paesi.

Global Minimum Tax: cos'è e da quando avrà effetto in Italia
Il provvedimento deriva da una direttiva europea giunta lo scorso 14 Dicembre 2022 – LaMiaPartitaIVA.it

L’Italia è tenuta a recepire la direttiva entro il prossimo 31 Dicembre, in modo da attivare la tassa a partire dal mese di Gennaio. Dunque i tempi sono stretti ed il Governo ha inserito la misura all’interno di uno dei decreti connessi alla Legge di Delega Fiscale, proprio al fine di riuscire a rispettare la scadenza.

Con ogni probabilità, la tassa minima sarà pari almeno al 15% ed i suoi principi fondamentali generali sono due: ovvero il pagamento delle imposte per le multinazionali e per le grandi aziende non solo nei Paesi dove hanno sede legale, ma anche in quelli in cui operano fattivamente; e la soglia minima del 15% di tassazione per gruppi con fatturato globale superiore a 750 milioni di Euro. 

Le anticipazioni della misura contenute nella bozza di decreto

È previsto per oggi, 16 Ottobre, l’arrivo del testo definitivo del decreto al Consiglio dei Ministri, dopo la bozza preparata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) lo scorso Settembre e consultata dalle associazioni di categoria, ordini professionali e giuristi del settore per accogliere eventuali considerazioni, commenti, emendamenti e proposte.

Global Minimum Tax: vediamo cos'è e da quando avrà effetto in Italia
In totale, i Paesi inclusi nell’accordo sono 139 – LaMiaPartitaIVA.it

La bozza si articola in 52 punti, tramite i quali il MEF ha reso noto che si prevede come principio di base da applicare “una imposizione integrativa (la c.d. Top-Up Tax) che risponde all’esigenza avvertita, a livello internazionale, di individuare i grandi gruppi di imprese che non scontano un livello minimo di imposizione nei vari Paesi in cui operano e in cui producono reddito”.

Tre sono le imposte che dovrebbero derivare dalla misura, ovvero: la IIR (imposta minima integrativa) per le imprese controllanti di grandi gruppi multinazionali o nazionali localizzati in Italia con imposizione inferiore al 15%; la UTPR (imposta minima suppletiva) per le imprese localizzate in Italia facenti parte dei grandi gruppi e alle quali non è stata applicata l’imposta minima integrativa equivalente in altri Paesi; e la QDMTT (imposta minima nazionale) per le imprese che fanno parte dei grandi gruppi, sono localizzate in Italia e sono soggette a una bassa imposizione.

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