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Crowdfunding, cos’è e come funziona il regolamento europeo

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Dalma Bonaiti

Cos’è il Crowdfunding, quali sono i metodi migliori per utilizzarlo e cosa dice l Regolamento dell’UE sul tema.

La tendenza del crowdfunding sta guadagnando sempre più terreno nel mondo degli affari e nella raccolta di contributi per progetti innovativi. Questo meccanismo si è consolidato come un’opzione efficace per il finanziamento di iniziative imprenditoriali, culturali, artistiche e caritative, consentendo a molte persone di contribuire con donazioni di denaro modeste che, unite a quelle degli altri, possono ammontare a somme significative.

Le piattaforme di raccolta fondi sono preparate per l’implementazione del recente regolamento europeo che le coinvolge. Fino a questo momento, l’Italia ha conseguito tre permessi e soltanto coloro che acquisiscono la licenza richiesta dalla legge avranno la possibilità di proseguire l’utilizzo di questi mezzi per sostenere progetti e iniziative d’affari nel nostro paese.

Le entità interessate hanno fino al 10 novembre per conformarsi alle regole europee. Di seguito, viene spiegato il funzionamento del Regolamento europeo relativo al crowdfunding e si elencano le piattaforme che hanno ottenuto l’approvazione dell’Unione Europea.

Il regolamento europeo sul Crowdfunding, cosa prevede

Il Codice europeo 2020/1503 specifica che a decorrere dal 11 novembre 2023, chi offre servizi di crowdfunding alle aziende sarà tenuto a rispettare tale codice per ottenere il permesso di operare in Italia. I fornitori di questi servizi possono continuare a lavorare anche senza il permesso richiesto fino al 10 novembre 2023, ma successivamente avranno bisogno di una licenza adeguata. Il suddetto Codice è stato adottato dalla Consob, la Commissione Italiana per le imprese e il mercato azionario, in sinergia con la Banca d’Italia, il 1 giugno 2023. Questi soggetti rappresentano le autorità nazionali incaricate della gestione degli atti di delega e dell’applicazione delle norme tecniche del codice pertinente.

Foto | D-Keine @Canva – lamiapartitaiva.it

La Consob si dedica specificamente alla trasparenza e all’integrità, mentre la Banca d’Italia si incarica di autorizzare i provider di servizi di crowdfunding, che devono eseguire controlli sui proprietari dei progetti proposti. Inoltre, l’istituzione bancaria principale del paese ha la responsabilità di garantire il rispetto dei doveri stabiliti dal regolamento europeo sul crowdfunding:

  • Gli addetti al settore sono tenuti a garantire la giusta solvibilità finanziaria e a contenere i rischi e le partecipazioni, fornendo allo stesso tempo le informazioni necessarie.
  • Essi devono adempiere ai criteri globali per l’organizzazione e la continuità del loro operato
  • Per gestire in modo efficace la struttura amministrativa e contabile, i controlli interni, i sistemi di remunerazione e incentivazione, oltre alla gestione del rischio, una valida metodologia di controllo interno e un adeguato processo di acquisizione esterna, sono essenziali per gli operatori.
  • Devono adempiere ai requisiti imposti dai soggetti che detengono una quota minima del 20% del capitale sociale o dei diritti di voto del fornitore di finanziamenti partecipativi.
  • Inoltre, gli operatori sono obbligati a condurre adeguate verifica nei confronti dei proprietari dei progetti.
  • Se non vengono rispettate le decisioni prese durante il Consiglio dei Ministri del 9 marzo 2023, a seguito dell’approvazione del Regolamento Europeo 2020/1503, le imprese rischiano una sanzione amministrativa che oscilla fra i 500 e i 500.000 euro, a condizione che le loro vendite non eccedano i 500.000 euro.
  • Se l’azienda supera tale volume di affari, l’ammenda sarà calcolata fino al 5% di tale fatturato.

Esistono diverse varianti di crowdfunding, ciascuna con particolarità, vantaggi unici ed essenze di premiazione. Le forme di questa metodologia di finanziamento molto praticate in Italia includono: crowdfunding a ricompensa, crowdfunding azionario, crowdfunding basato su prestiti ed il crowdfunding di donazione. Ora daremo uno sguardo più preciso a ciascuno di essi.

Il crowdfunding a ricompensa è ampiamente adoperato per sostenere iniziative artistiche o culturali, come il rilascio di un album o un gioco da tavolo. In questo tipo di crowdfunding, coloro che danno il loro appoggio ottengono una ricompensa non in denaro, come l’accesso a materiale esclusivo o un vantaggio strettamente legato al progetto a cui danno sostegno. Spesso la ricompensa più comune è la ricezione del prodotto che stanno finanziano.

Nel mondo delle PMI e delle startup innovatrici, il crowdfunding azionario è molto popolare. Con questo metodo, chi supporta è in cambio retribuito con quote dell’azienda o partecipazione agli utili del loro investimento. In sostanza, coloro che sostengono diventano azionisti dell’azienda che ha avviato l’iniziativa di crowdfunding azionario.

Il crowdfunding basato su prestito, conosciuto anche come prestito P2P o prestito sociale, comporta il prestito di denaro tra individui attraverso una piattaforma di intermediazione. La persona che fornisce il prestito riceverà successivamente una cifra superiore, incrementata dagli interessi, che costituiscono il vantaggio di questa forma di crowdfunding.

Infine, il crowdfunding di donazione prevede che i finanziatori sostengano la causa o il progetto senza alcuna aspettativa di ritorno. Questa variante è usata principalmente per sostenere imprese sociali o progetti di beneficienza o umanitari.

Obiettivi e applicazioni in Italia

Il Regolamento mira a promuovere sia la diversità che l’efficienza nel mercato dei capitali dell’UE. Vuole anche semplificare l’ottenimento di fondi per le piccole e medie aziende e instaurare un singolo mercato europeo per il crowdfunding. L’implementazione di questa legislazione permette l’accesso a metodi di finanziamento alternativi rispetto ai prestiti bancari. Inoltre, fornisce agli investitori una protezione adeguata durante il loro utilizzo della piattaforma. Si stabiliscono inoltre l’organizzazione, l’autorizzazione e la supervisione dei fornitori di servizi Internet, insieme all’operatività delle piattaforme, alla trasparenza e alle comunicazioni di marketing.

Come viene applicato il Regolamento europeo in Italia

Le piattaforme italiane di crowdfunding devono acquisire la licenza richiesta dal regolamento europeo entro il 10 novembre 2023. In confronto all’Unione Europea, l’Italia è in ritardo dato che l’Europa ha già iniziato a rilasciare le autorizzazioni nel 2022, mentre l’Italia ha chiesto di estendere la scadenza di un anno. Ci sono attualmente solo tre piattaforme a cui è stata accordata l’approvazione. L’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) ha rivelato che ci sono 77 portali europei che detengono l’autorizzazione, in Italia ci sono solo tre di questi:

  • Build Bull, piattaforma di equity crowdfunding dedicata al settore immobiliare,
  • Funder, il primo portale crowdfunding ad aver ricevuto l’autorizzazione dalla Consob nel 2020,
  • Concrete Investing, piattaforma di crowdfunding immobiliare che ha raccolto circa 60 milioni di euro attraverso 29 operazioni.

L’Osservatorio Crowdinvesting 2023, rivelato al Politecnico di Milano, ha riportato che esistono 48 piattaforme operative in Italia. Di queste, solo 25 hanno fatto richiesta per un aggiornamento che permette loro di funzionare nel mercato europeo. In Italia, per avere una visione generale della situazione, si può osservare il dato sulla somma totale raccolta, che è pari a 1.235,96 milioni di euro, mostrando una diminuzione dell’1% rispetto all’anno precedente.

Dalma Bonaiti

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