Purtroppo, sembra che il grande evento in Azerbaijan che ha visto molti paesi del G20 incontrarsi per discutere sulle sfide future non abbia dato il responso atteso…
La Cop29 di Baku ha preso avvio tra le delusioni e le speranze mal riposte. Le grandi attese che circondavano il G20 di Rio de Janeiro non si sono concretizzate in una dichiarazione politica incisiva. C’era l’auspicio di un cambio di rotta, con una chiara richiesta di aumentare gli aiuti ai paesi in via di sviluppo. Tuttavia, il summit ha prodotto un documento piuttosto generico, che ha messo in risalto la “necessità di catalizzare e incrementare gli investimenti da tutte le fonti e i canali”, ma senza un vero impegno a sostenere le nazioni più vulnerabili. In poche parole, buoni propositi ma poco di concreto.
I leader mondiali hanno riaffermato che i paesi in via di sviluppo devono essere sostenuti nella loro transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio, elencando anche la volontà di facilitare “finanziamenti a basso costo” per queste nazioni. Ma va detto chiaramente, non c’è stata alcuna promessa concreta per aumentare i fondi per gli aiuti, un aspetto fondamentale richiesto dai paesi più colpiti dal cambiamento climatico. Questo scenario ha lasciato un senso di insoddisfazione, poiché il dossier centrale della conferenza, ovvero il fondo per aiutare le nazioni vulnerabili a fronteggiare il riscaldamento globale, continua a galleggiare in una situazione di stallo. La mancanza di input dal G20 ha compresso la possibilità di rinnovare i negoziati, che ormai sembrano arenati da giorni.
I buoni propositi che non sono stati sostenuti
Tra i temi centrali alla Cop29 è stata dedicata molta attenzione anche a temi cruciali come scarsità di cibo, agricoltura e acqua, questioni sempre più rilevanti nel contesto delle crisi climatiche. Un’assemblea di ministri dell’Ambiente e dell’Energia è giunta a Baku per contribuire al negoziato, che è stato finora guidato da esperti, conosciuti come sherpa. Le discussioni currenti fanno emergere che vi sono ancora posizioni distanti nel campo della finanza climatica. La questione è quindi complessa e i punti di vista tra le varie delegazioni rimangono divisi e incoerenti.
Ciononostante, qualche passo avanti è stato compiuto nell’ambito del meccanismo di mercato internazionale del carbonio, che si ispira a modelli già esistenti, come l’Ets europeo. Il presidente della Cop, Mukhtar Babayev, ha espresso preoccupazione riguardo ai progressi in generale, ma ha anche condiviso la notizia di sviluppi positivi con riferimento a questo meccanismo. La speranza è che questi piccoli passi possano stimolare un rinnovato slancio nei negoziati e nel dialogo tra le nazioni.
Il ministro italiano Gilberto Pichetto sarà al centro delle attività odierne e parteciperà a vari eventi significativi. In primo luogo, si occuperà di un’iniziativa promossa da Leonardo, dedicata al sostegno tecnologico alla transizione energetica. Inoltre, interverrà in un incontro sulla sicurezza ambientale in Ucraina, seguendo con discussioni sulla decarbonizzazione del trasporto aereo e sul lancio del Giubileo dell’Ambiente. Le sue attività riflettono l’interesse crescente verso le soluzioni innovative e collaborative necessarie per affrontare le sfide ambientali in atto e stimolare la cooperazione internazionale.