In tema di trasferimenti di beni, si discute spesso se sia meglio affidarsi al testamento o alla donazione per poter privilegiare i figli.
Va detto che in Italia la situazione non è poi così tremenda: rispetto a eredità e trasferimenti di beni quasi nessun Paese in Europa gode di imposte sulla successione così basse come nel nostro Paese. Inoltre, da noi, tali pesi fiscali possono essere del tutto azzerati qualora siano rispettate alcune condizioni necessarie. L’ordinamento italiano stabilisce che la quota ereditaria spetti prima ai parenti più stretti (immobili e soldi devono andare da genitori in figlio). E questo è il primo limite all’autonomia testamentaria che vale tuttavia come fondamentale tutela per i parenti più stretti.
Per lasciare soldi e beni immobili a un figlio un genitore può scegliere tre strade: la successione ordinaria, il testamento o la donazione. La donazione è un atto pubblico e deve essere redatto da un notaio alla presenza di due testimoni. La successione invece, avviene mediante una dichiarazione da fare entro un anno dalla scomparsa del donante.
Il testamento riguarda le volontà del defunto, ma deve comunque rispettare le regole fondamentali dettate dall’ordinamento in caso di successione. Anche in caso di successione e testamento c’è bisogno dell’intervento del notaio. La successione è assoggettata a imposizione fiscale, con imposte che variano in base al grado di parentela che c’è tra chi lascia e chi riceve e a quanto si eredita.
Ma nel caso in cui venga il patrimonio viene diviso tra coniuge superstite e figli, l’imposta da pagare è pari a zero, se il valore complessivo dei beni non supera il valore di uno milione di euro per ogni erede. Per valori più alti, in generale, è possibile evitare la tassa di successione solo nei casi di esenzione o per rinuncia dell’eredità.
In questo senso la donazione non consente di evitare completamente il costo della successione. Tuttavia fra testamento e donazione, la seconda soluzione è quella più indicata per poter subire una tassazione minore.
Se il trasferimento dei beni avviene in vita, è infatti possibile evitare la successione con le relative pratiche e i relativi costi. Bisogna comunque sottolineare che una simile procedura comporta adempimenti e aliquote simili, proprio per evitare i tentativi di elusione fiscale. E c’è un altro limite importante: l’atto di donazione deve comunque rispettare le quote di legittima.
Che differenza c’è dunque rispetto alla successione? Di base, cambia qualcosina nella modalità di calcolo delle imposte. Quando si tratta della cessione agli eredi di una casa, per esempio, conviene sempre la donazione. Le imposte, in caso di donazione, sono infatti calibrate sul valore presente del bene immobiliare. In caso di successione, invece, il passaggio di proprietà potrebbe comportare una rivalutazione del valore della casa.
Inoltre, quando il trasferimento dei beni avviene in vita, è possibile anche evitare tutti quegli adempimenti burocratici che rendono la successione una procedura complicata e cara.
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