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Controlli Agenzia delle Entrate, attenzione al conto corrente: quando può essere pignorato

Ci sono dei casi in cui l’Agenzia delle Entrate può pignorare il nostro conto corrente: ecco quando questo accade

Al giorno d’oggi possedere un conto corrente è un requisito fondamentale, soprattutto se si è lavoratori. Dal 2017, infatti, per volontà del governo Renzi, tutti gli stipendi devono essere versati attraverso metodi di pagamento tracciabili, come i bonifici bancari o gli assegni. Ne consegue che, per ricevere un bonifico, bisogna avere un conto corrente.

Pignoramento conto corrente
Quando un conto corrente può essere pignorato – Lamiapartitaiva.it

Attraverso un conto corrente possiamo effettuare tantissime attività come ricevere o inviare bonifici, versare dei soldi in contanti, pagare F24 o tasse. Ovviamente anche il conto corrente è sottoposto a controlli più o meno severi da parte del Fisco. In alcuni casi l’Agenzia delle Entrate può addirittura pignorare il nostro conto.

Conto corrente pignorato: i casi

Un conto corrente può essere pignorato dall’Agenzia delle Entrate quando il contribuente continua a non pagare i propri debiti dopo vari solleciti e intimazioni. Il pignoramento di uno stipendio o di un conto corrente è l’ultimo provvedimento che si applica nei confronti di un debitore e segue regole ben precise.

Pignoramento conto corrente
Quando un conto corrente può essere pignorato – Lamiapartitaiva.it

Un conto corrente e anche lo stipendio depositato su di esso non può essere pignorato oltre il limite di un quinto. Per legge, la somma massima che si può pignorare dallo stipendio dipende dalla cifra stessa della retribuzione. Per stipendi fino a 2.500 euro, la quota pignorabile è 1/10; per stipendi tra 2.500 e 5mila euro, la quota pignorabile è di 1/7; per stipendi oltre i 5mila mila euro, la quota pignorabile è di 1/5.

L’unico caso in cui non si può pignorare uno stipendio è quando il debitore presenta opposizione all’esecuzione forzata e il giudice sospende l’efficacia del provvedimento di pignoramento. Per far accadere ciò il debitore deve subito presentare ricorso, attraverso il proprio legale, per bloccare l’azione esecutiva del creditore.

Pignoramento del conto corrente: il ruolo del datore di lavoro

Come detto, prima di pignorare stipendio e conto corrente, l’Agenzia delle Entrate invia una serie di provvedimenti minori come varie sollecitazioni o intimazioni di pagamento. Il pignoramento vero e proprio avviene con specifico atto di pignoramento che, per legge, è notificato sia al debitore che al datore di lavoro.

Pignoramento conto corrente
Quando un conto corrente può essere pignorato – Lamiapartitaiva.it

È proprio il datore di lavoro, infatti, a dover trattenere la somma pignorata prima di consegnare la retribuzione al dipendente. Il datore di lavoro, una volta ricevuto l’atto di pignoramento dall’ufficiale giudiziario, deve dichiarare al creditore, entro 10 giorni o tramite Pec o tramite raccomandata, che il rapporto di lavoro è ancora in corso e l’importo della busta paga perché è su tale cifra che si calcola la somma pignorabile.

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