I titolari di Partita IVA hanno l’obbligo di versare i contributi che saranno validi, poi, al fine del pensionamento.
I lavoratori autonomi che sono intestatati di una Partita IVA devono versare i contributi obbligatori. Una spesa che frena tanti italiani davanti alla possibilità di aprire un’attività. I costi sono realmente così onerosi?
Prima di aprire la Partita IVA occorre valutare attentamente la scelta perché la verità è che in Italia i lavoratori autonomi sono poco sostenuti dallo Stato. Tra tasse, spese e costi vari come quelli dei contributi obbligatori i guadagni possono risultare insoddisfacenti tanto da far allungare notevolmente la lista dei contro rispetto a quella dei pro con riferimento all’attività autonoma.
Se si parla di versamenti contributivi, però, occorre sottolineare che si tratta di imposte variabili in base all’attività svolta, al regime fiscale nonché alle entrate. Tendenzialmente è possibile distinguere quattro categorie di titolari di Partita IVA. Gli artigiani e i commercianti, i lavoratori autonomi iscritti alla Gestione Separata, i professionisti con cassa autonoma e gli autonomi del regime forfettario.
La riscossione dei contributi è autonoma per le Casse Nazionali di Previdenza e Assistenza dei Liberi professionisti. Ogni regolamento della Cassa stabilisce l’ammontare dei contributi nonché le modalità di pagamento degli stessi. Le Casse che calcolano la pensione con sistema contributivo operano tra un minimo del 2% e un massimo del 5%. Per i professionisti non iscritti perché soggetti ad altra forma di previdenza obbligatoria, invece, il contributo è ridotto sui redditi professionali e del 2% a favore delle Casse.
Gli autonomi senza Albo né Cassa si devono iscrivere alla Gestione separata INPS. Ogni anno l’INPS comunica i contributi dovuti tramite circolare (numero 24 del 29 gennaio 2024 per l’anno in corso). Per il 2024 ai compensi percepiti si applicherà un’aliquota del 26,07%. I contributi saranno versati con modello F24 entro il 30 giugno ed entro il 30 novembre.
Artigiani e commercianti iscritti alla Gestione Speciale INPS devono considerare una base imponibile minima annua di 18.415 euro nel 2024 con massimale di reddito annuo di 91.680 euro e aliquote differenti in base alla fascia di reddito (24% per artigiani e 24,48% per commercianti over 21 entro i 55.008 euro e 23,70% e 24,18% per under 21; 25% e 25,48% per over 21 e 24,70% e 25,18% sopra i 55.008 euro).
Coltivatori diretti, coloni, mezzadri e imprenditori agricoli professionali iscritti alla Gestione Speciali INPS dovranno rapportare i contributi al reddito imponibile. Significa che il contributo per il lavoratore varia in base alla fascia di appartenenza dell’azienda. Infine, i forfettari possono contare su forti sconti versando i contributi solo sul reddito imponibile.
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