Salvini parla di pace edilizia o piano salva-casa, gli altri lo chiamano condono: nessuno è ancora sicuro che la norma si farà per davvero.
La prima a mostrarsi un po’ scettica sul progetto di norma illustrato dal ministro Matteo Salvini a proposito di un nuovo condono è stata la premier Giorgia Meloni. Almeno all’inizio, scemato il disappunto iniziale, il presidente del Consiglio ha dichiarato che la norma potrebbe andare in porto, qualora riguardasse davvero solo piccole difformità. Il concetto di piccole difformità è dunque essenziale per poter distinguere la sanatoria da un vero e proprio condono edilizio.
Il ministro delle infrastrutture Salvini ha finora parlato di una norma tesa a regolarizzare le difformità (relative a piccole modifiche interne alle abitazioni) soprattutto per liberare gli uffici comunali da tutte le pratiche accumulate nel corso di decenni e rilanciare il mercato immobiliare.
L’opposizione teme invece che la norma sia solo strategia elettorale, e parla appunto di un ennesimo condono edilizio che non serve davvero al Paese. Gli italiani sembrano tuttavia entusiasti della proposta del ministro Salvini piace. Quindi, se il piano salva-casa dovesse presto approdare in sede di Consiglio dei ministri sotto forma di un decreto legge, potrebbe presto trasformarsi in realtà.
Visto che la norma punta a sbloccare situazioni che coinvolgono milioni di italiani e centinaia di migliaia di immobili (secondo alcune stime, potrebbero essere addirittura più di 5 milioni le case con modifiche non regolarizzate), l’idea di Salvini piace agli italiani.
Finora sappiamo che la bozza parla di una sanatoria relativa a difformità di natura formale ed edilizie interne, ma anche di modifiche sanabili all’epoca dei lavori. La prima categoria riguarda tutte quelle che vengono definite incertezze nella disciplina vigente.
Le difformità edilizie interne sono quelle irregolarità che coinvolgono singole unità immobiliari: lievi modifiche non strutturali come finestre, tramezzi, soppalchi, compiute per riorganizzare gli spazi degli interni. L’ultima categoria, invece, si riferisce a tutte quelle modifiche che potevano essere regolarizzate al momento dei lavori, ma che oggi non possono essere sanate a causa del requisito della doppia conformità.
La norma dovrebbe prevedere anche i cambi di destinazione d’uso. E ciò significa che dopo il piano salva-casa potrebbe essere possibile autorizzare i cambi di destinazione d’uso tra categorie omogenee. Secondo Salvini ciò permetterà ai proprietari di poter ristrutturare o vendere senza tutti i vincoli e le difficoltà che prevede oggi la legge.
La nuova pace edilizia non sarebbe davvero un condono perché non dovrebbe includere abusi edilizi gravi e non dovrebbe nemmeno riguardare aree vincolate ed edifici in zone a rischio sismico o idrogeologico.
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