Concordato preventivo per le Partite Iva: tutto quello che devi sapere e come funziona

Una delle novità introdotte dalla Riforma fiscale è il concordato preventivo per le partite Iva e le aziende. Chi può beneficiarne?

Grazie al concordato preventivo, i lavoratori autonomi e le piccole e medie imprese hanno la possibilità di trovare accordi con il Fisco in relazione alle tasse da versare per i due anni successivi.

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Esiste un metodo per pagare meno tasse (lamiapartitaiva.it)

In pratica, dal 2024 le partite Iva e le aziende piccole e medie potranno stipulare una sorta di patto con il Fisco e trovare un accordo sulle tasse da pagare nel biennio seguente, senza rischiare di essere sottoposti ad accertamenti. Il concordato avrà una durata di due anni, ma potrà essere prorogato per un ulteriore biennio.

I soggetti più avvantaggiati saranno coloro che, nei due anni avranno entrate più elevate del previsto, perché pagheranno meno tasse. Il Fisco, invece, grazie alla manovra incasserà circa 760,5 milioni di euro.

Concordato preventivo per partite Iva e imprese: quali sono i requisiti per accedervi?

Il concordato preventivo è una misura riservata alle partite Iva esercenti attività d’impresa, arti o professioni, anche in regime forfetario.

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Grazie al concordato preventivo si possono pagare meno tasse (lamiapartitiva.it)

Sono escluse le grandi imprese ma anche i professionisti o le medie e piccole imprese che non rispettano determinati requisiti. Ad esempio, la fruizione dell’agevolazione è preclusa nel caso di indicazione della Dichiarazione dei Redditi di informazioni differenti da quelle comunicate in sede di proposta di concordato.

Non possono beneficiare del concordato preventivo, poi, i contribuenti sottoposti agli indici di affidabilità fiscale che non avranno un voto almeno pari a otto e coloro che hanno debiti tributari superiori a 5 mila euro. Sono esclusi dalla manovra anche coloro che non hanno inviato le Dichiarazioni dei Redditi oppure che hanno ricevuto condanne, per esempio per dichiarazione fraudolenta tramite utilizzo di fatture o documentazione relativa a operazione inesistenti. In ogni caso, chi si trova in una delle seguenti situazioni, ha l’opportunità di regolarizzare la propria posizione.

Ma quando le partite Iva e le piccole e medie imprese potranno usufruire del concordato preventivo? Il testo del provvedimento dovrà essere approvato alle Camere e, dunque, sarà in vigore dal prossimo anno. Entro il prossimo aprile, l’Agenzia delle Entrate dovrà aggiungere sul proprio sito web il Modulo destinato a tutti coloro che intendono partecipare al concordato biennale.

La richiesta, poi, dovrà essere inviata dall’impresa o dal titolare della partita Iva non oltre il mese di luglio 2024. Per gli altri anni, invece, la scadenza è fissata a giugno. Al termine dei due anni, il concordato preventivo potrà essere rinnovato, tramite un nuovo accordo tra contribuenti e Fisco.

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