L’handicap a cui è soggetto la persona non dev’essere necessariamente totale per beneficiare degli strumenti istituzionali a disposizione nei casi specifici
A rigore del dettame costituzionale, l’Italia si è dovuta dotare nel corso dei decenni di una normativa che tutelasse specificatamente i soggetti portatori di handicap. In particolare, negli decenni più coevi, le persone interessate hanno potuto richiedere un pacchetto di prestazioni in grado di permettere loro di sostenere al meglio il loro vissuto secondo le ordinarie potenzialità riservate a tutti, nessuno escluso.
L’apice degli evidenti miglioramenti occorsi all’interno della società Italiana nel rapporto con la disabilità, si è registrato con il rilascio di quel pacchetto di norme noto come Legge 104, approvato nel 1992. I soggetti con invalidità sono stati valorizzati tramite agevolazioni col compito di annullare le differenze sul piano dei diritti, in presenza di gravi problemi di salute.
La Legge 104 ha agito sul piano professionale, previdenziale e fiscale della persona. Un lavoratore con handicap riconosciuto può accordare un calendario di permessi retribuiti con il suo datore di lavoro, in modo da proseguire il suo percorso di visite, esami, attività fisioterapiche e molto altro sul piano sanitario; inoltre, fiscalmente, può accedere a detrazioni e sconti IVA mirati sugli acquisti, dai farmaci all’auto; infine, l’accesso alla pensionamento anticipato.
Se il soggetto non è invalido al 100% ma per il 75% (soglia minima), non gli sono precluse varie agevolazioni importantissime. Il tema è principalmente quello dell’esenzione. Essa viene riconosciuta dalla ASL di residenza, attestandola con un certificato di invalidità. Il riconoscimento non avviene prima della visita medica da parte della Commissione preposta ad accertare il grado di invalidità.
Pertanto, con il 75% di invalidità, già gli invalidi del lavoro con ridotta capacità lavorativa di due terzi, possono fruire dell’esenzione su tutte prestazioni diagnostiche ed ambulatoriali; ma essa non agisce sull’acquisto dei medicinali in farmacia (riservate, ma soltanto alcune fasce di farmaci, a casi di handicap più gravi).
Per richiedere le prestazioni economiche, invece, occorre compilare e consegnare il modello AP70 dell’INPS. Questo permetterà l’accesso all’assegno ordinario di invalidità, se in possesso di 5 anni di contributi versati, di cui 3 nell’ultimo quinquennio. L’importo dell’assegno è variabile; quello più basso viene erogato se il reddito supera 4 volte il trattamento minimo. Si ha diritto alla pensione d’invalidità civile anche senza contributi, se il reddito è sotto i 5.391,88 euro; raggiunti 67 anni e 5 mesi, tale pensione è convertita in assegno sociale. L’assegno mensile è pari a 313,91 euro per 13 mensilità, esente da tasse. Dunque, prevista l’esenzione dal ticket sanitario per le prestazioni sanitarie, specialistiche e diagnostiche. Inoltre, si aggiungono il congedo dal lavoro per le cure, pari a 30 giorni, l’esenzione dal bollo auto e il parcheggio riservato sulle strisce gialle.
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