Comunione o separazione dei beni? Cosa sapere prima di compiere un passo azzardato

Quando la coppia si trova a dover scegliere tra comunione o separazione dei beni deve avere in mano gli strumenti giusti per prendere la decisione giusta.

Prima del matrimonio la coppia deve comunicare le proprie intenzioni anche dal punto di vista finanziario. Comunione o separazione dei beni?

Meglio la separazione o la comunione dei beni?
Cosa scegliere tra comunione o separazione dei beni (Lamiapartitaiva.it)

Ci sono due regimi patrimoniali tra cui scegliere, la comunione dei beni e la separazione. Scegliendo la comunione dei beni si avrà la proprietà congiunta di tutti i beni che saranno acquistati dopo aver convolato a nozze. Significa che in caso di un’eventuale separazione della coppia tutti i beni verrebbero divisi a metà.

Se i futuri coniugi optano per la separazione dei beni, invece, i beni comprati dopo il matrimonio con i propri soldi rimarrebbero esclusivamente di proprietà anche se è possibile scegliere di cointestare alcuni di quei beni ad entrambi. In caso di divorzio, poi, non vi sarà divisione dei beni ma equa ripartizione in base a chi li ha acquistati.

La decisione del regime patrimoniale dovrà essere comunicata davanti all’ufficiale di Stato civile con celebrazione delle nozze in Comune oppure al sacerdote in caso di matrimonio in Chiesa. L’opzione sarà scritta sull’atto di matrimonio.

Comunione o separazione dei beni? Gli effetti della decisione

Se la coppia non effettuerà alcuna scelta scatterà in automatico la comunione dei beni. Sarà comunque facoltà dei coniugi poter cambiare in un secondo momento la decisione presa (o non presa) inizialmente comunicandolo ad un notaio.

La scelta tra comunione e separazione dei beni
Gli effetti della comunione o separazione dei beni (Lamiapartitaiva.it)

Ma quali sono gli effetti sulla vita in comune? La comunione dei beni comporta la comproprietà di ogni bene al 50% indipendentemente da chi lo ha pagato. Fanno eccezione i beni comprati prima del matrimonio, quelli acquistati per lo svolgimento del proprio lavoro e i beni frutto di donazioni o eredità. L’Articolo 179 del CC, poi, aggiunge tra le eccezioni i beni di uso strettamente personale, ottenuti a titolo di risarcimento danni, la pensione per la perdita della capacità lavorativa.

Scegliere la comunione dei beni significa che entrambi i coniugi dovranno presenziare ad ogni atto e che in caso di debiti di uno dei due inevitabilmente le ripercussioni cadranno anche sull’altro. Altro svantaggio la divisione equa in caso di divorzio indipendentemente da chi ha proceduto all’acquisto del bene.

Con la separazione dei beni, invece, ognuno rimane unico proprietario di ciò che paga. Non ci sarà bisogno di firme congiunte né si verrà coinvolti nella situazione debitoria del coniuge. I propri beni non verrebbero toccati perché separati da quelli del marito/moglie e in caso di divorzio la divisione dei beni sarà automatica e senza soprese. Lo svantaggio? Toglie del valore all’idea di famiglia.

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